No funivia Lagaccio GenovaGenova – Prosegue tra “botta e risposta” tra Cittadini e associazioni e Comune il confronto sul progetto per la costruzione della funivia che dovrebbe sorvolare il quartiere del Lagaccio per collegare la stazione marittima con i forti.
Il gruppo “Con i piedi per terra” e “Legambiente Polis” hanno presentato le Osservazioni dei cittadini per richiedere la Valutazione di Impatto Ambientale sulla funivia “sopra” al Lagaccio
In una settimana raccolte oltre 250 adesioni di cittadini e realtà associative alle osservazioni presentate per contrastare la realizzazione del progetto di funivia
Secondo il gruppo “Con i piedi per terra”, realtà che raccoglie la vasta opposizione del quartiere contro la nuova infrastruttura, gli abitanti vogliono maggior chiarezza e più controlli sul percorso di approvazione del progetto della funivia. Nonostante le dichiarazioni pubbliche sulla prossima apertura dei cantieri le ombre sono ancora molte e i tavoli di confronto promessi dalle istituzioni non sono mai stati organizzati.
Per questo motivo il gruppo “Con i piedi per terra” ha raccolto più di 250 moduli, tra osservazioni tecniche e non, contenenti le osservazioni nell’ambito della procedura di screening alla VIA e chiedere con forza la valutazione del reale impatto ambientale dell’opera così da chiarire i molti dubbi.

«La funivia – denuncia un portavoce – è l’ennesimo progetto ideato, pensato, deciso e progettato senza forme reali di partecipazione».

Per queste ragioni il gruppo “Con i piedi per terra” e Legambiente, che hanno organizzato azioni, incontri e manifestazioni per informare la cittadinanza sul progetto di funivia, hanno promosso la partecipazione dei cittadini coinvolgendoli nella presentazione delle Osservazioni alla procedura di assoggettabilità alla VIA.

«La formulazione delle schede – dichiara Daniele Salvo, presidente di Legambiente Polis – è stato un lavoro svolto congiuntamente insieme a figure tecniche che, volontariamente, hanno messo le proprie competenze al servizio dei cittadini. È uno scandalo che questo passaggio rappresenti l’unica possibilità di partecipazione al processo di valutazione e approvazione del progetto».

Le osservazioni presentate affrontano diversi punti critici del progetto a partire dal conseguente peggioramento delle condizioni di degrado del quartiere che non trae nessun beneficio dall’opera, ma anzi vede aggravarsi il proprio “stato di servitù”.
La funivia avrà la prima stazione di partenza davanti alla Stazione Marittima e la seconda alle spalle del ponte Don Acciai, tra via Napoli e via Bari. La distanza dalle zone più densamente abitate situate nella valle del Lagaccio, già collegate in pochi minuti alla stazione P. Principe da una linea circolare dell’autobus, secondo i contrari al progetto  “rendono la struttura inutile e incapace di apportare un significativo miglioramento dell’offerta del Trasporto Pubblico Locale rispetto ai disagi che la stessa provocherà”.

Viene inoltre posta l’attenzione sui problemi, mai discussi pubblicamente, legati alla cantierizzazione dell’opera, considerato inoltre lo sbancamento necessario alla realizzazione della stazione terminale posta sotto Forte Begato, e alla durata dei lavori in un contesto che presenta già enormi problemi di viabilità e che, sempre secondo i detrattori del progetto “di fatto isolerà ancora di più il quartiere per un periodo prolungato”.

Le osservazioni pongono poi l’attenzione sugli aspetti economici del progetto. Manca – secondo associazioni e cittadini – un quadro di riferimento economico e finanziario che giustifichi oggettivamente l’opera. Mancherebbe anche un’analisi accurata dei costi di gestione e manutenzione e non ci sarebbe alcun riferimento o confronto riferiti alle possibili alternative, meno onerose, meno impattanti e che sfruttino potenziamenti delle vie d’accesso già esistenti.

I contrari al progetto osservano infatti “che il rapporto preliminare ambientale e la verifica dell’impatto paesaggistico sono inadeguati e minimizzano le problematiche inerenti il posizionamento di due piloni alti circa 70 metri all’interno dell’area abitata e l’impatto acustico dell’infrastruttura all’interno della valle e dell’area parco”.

Inoltre li preoccupa la mancanza di un documento che approfondisca le particolari condizioni di ventosità, essenziale per garantire la sicurezza durante il funzionamento dell’infrastruttura, e l’impatto che le frequenti interruzioni e/o blocchi di servizio, previste in presenza di venti con velocità pari o superiore ai 70 km/h, potranno avere sulla funzionalità e redditività dell’impianto.
Infine la relazione di associazioni e cittadini evidenzia l’assenza di un piano di intervento per lo scarico in sicurezza dei passeggeri bloccati durante il tragitto, in particolare sul tratto che sorvola la ferrovia e le abitazioni, dove le operazioni inciderebbero sensibilmente sulla viabilità pubblica e privata.

«Dalla lettura dei documenti – denunciano il gruppo Con i piedi per terra e Legambiente Polis – è evidente l’assurdità del progetto per impatto ambientale e sociale, per le condizioni di pericolosità e di sostenibilità economica. L’iter amministrativo di questo progetto ha permesso di “saltare” molte delle valutazioni e verifiche normalmente previste per opere di questa entità. Azioni che avrebbero permesso di accendere i riflettori sulle criticità del progetto e che solo l’apertura della procedura della VIA permetterà di far emergere prima che sia troppo tardi».