supermercatoModificare le etichette degli alimenti aggiungendo alla data di scadenza l’indicazione secondo la quale alcuni prodotti potrebbero essere consumati anche dopo tale data.
Sta suscitando roventi polemiche e discussioni la proposta dell’Unione Europea di modificare le etichette degli alimenti per chiarire che non tutti i prodotti diventano pericolosi se consumati dopo la data di scadenza.
Lo scopo sarebbe quello di ridurre la quantità di cibo che ogni anno finisce sprecata nella spazzatura ma le associazioni dei Consumatori “leggono” un potenziale pericolo per la salute dei Cittadini e una fonte ulteriore di confusione per chi acquista e consuma i prodotti.
In particolare si teme che i Consumatori possano fraintendere le diciture e pensare che i prodotti scaduti possono essere consumati senza problemi mentre le etichette con la scadenza sono una delle conquiste più importanti nella storia della difesa della salute pubblica poiché indicano un confine netto tra prodotti vendibile e consumabile e un prodotto pericoloso, anche solo potenzialmente.

“Le intenzioni sono buone – dice in propositi Aduc – ma il risultato lascia molto a desiderare. Per diminuire gli sprechi alimentari, la Commissione europea ha presentato una proposta di revisione delle norme sulla data di scadenza: aggiungere in etichetta la dicitura ‘Spesso buono oltre’. Secondo la Commissione la maggior parte dei consumatori non comprende appieno la distinzione tra le etichette ‘da consumare entro’ – come indicatore di sicurezza – e ‘da consumarsi preferibilmente entro’ – come indicatore di qualità”.

Quindi a questo punto il consumatore si ritrova due/tre indicazioni che grossomodo, checché se ne dica, per lui significano la stessa cosa. Sarà questo motivo perché il consumatore avrà maggiore certezza per la propria scelta, o non piuttosto aggiungerà confusione a confusione, col risultato opposto a quello auspicato?
Va bene la libertà di scelta, ma tre frasi rispetto alla più precisa “scade il xxx” non ci sembra un buon metodo. Non vorremmo che la voglia di evitare sprechi divenga occasione per mettere a repentaglio la salute del consumatore che di fronte a tre frasi che dicono che sostanzialmente può azzardarsi ad andare oltre la data indicata, sceglierà il risparmio: chi garantisce questo azzardo rispetto, per esempio, alle condizioni di conservazione ed esposizione del prodotto a condizioni non ottimali per la conservazione? Una sorta di “lotteria” in cui, molto probabilmente, vincerà la naturale tirchieria del consumatore… anche perché, a parte le molteplici diciture, c’è poco da fidarsi di fronte al commerciante il cui primo obiettivo è vendere, comunque.
Complicare e mettere in pericolo la sicurezza non ci sembra buon motivo per giustificare il presunto calo degli sprechi”.