Pillon SimoneChiavari – Diluvio di proteste e raffica di defezioni “eccellenti” al Festival della Parola che inizia oggi in una delle sue versioni più criticate e contestate. Pioggia di critiche per la decisione di invitare all’edizione 2023 l’ex senatore Simone Pillon ed in particolare ad un confronto sui diritti della comunità LGBTQ+ contro i quali si è più volte scagliato Pillon con dichiarazioni che, secondo i contestatori, vanno oltre il lecito diritto ad avere una posizione contraria.
La comunita LGBTQ+ chiede agli organizzatori come si concilia, ad esempio, la frase “adescatori di minorenni”, pronunciata parlando di attivisti ,in un confronto democratico tra posizioni anche lontane.
I commentatori più “caldi” parlano di “regalo alla desta al potere” o addirittura di mossa strategica per tentare di attirare l’attenzione su un evento che fatica a sfondare ma in ballo c’è il confronto democratico e le sue regole.
Al rifiuto di cancellare la partecipazione “inopportuna” di un esponente dell’ala più radicale della destra cattolica, moltissimi degli invitati più illustri hanno disdetto la partecipazione in aperta polemica.
In attesa del confronto bollente tra Pillon e gli invitati che vorranno comunque partecipare. non si placa il botta e risposta tra organizzatori e contestatori.
Nelle ultime ore sembra che sia stata gettata ulteriore benzina sul fuoco sostenendo che la mancata partecipazione degli ospiti illustri non dovrebbe cambiare di molto il Festival.
Una dichiarazione che, se confermata, potrebbe causare altre clamorose defezioni in segno di solidarietà nei confronti di chi si sente libero di non accettare di sedere sul palco con persone che non rispettalo gli interlocutori.