rete pesca frodoRiomaggiore (La Spezia) – Oltre 500 metri di rete da pesca nella zona proibita dell’area marina protetta. Li hanno scoperti e recuperati i sommozzatori del centro nautico della Polizia di Stato della Spezia dopo averli ritrovati nel corso di una serie di immersioni di monitoraggio dei fondali marini in diverse zone della provincia.
Nella mattinata di lunedì durante i controlli che hanno interessato l’area marina protetta delle 5 Terre, gli specialisti del CNeS hanno rinvenuto una rete da pesca di circa 500 metri, priva di targhette identificative, abbandonata sul fondale, proprio nella zona dove l’attività di pesca è fortemente limitata e regolamentata in maniera rigorosa.
L’attività di recupero della rete è stata effettuata dai sommozzatori del Reparto specialistico utilizzando, tra l’altro, palloni idrostatici di sollevamento, ponendo in essere tutte le cautele necessarie ad evitare il danneggiamento del fondale marino e rilasciando in ambiente, nel contempo, gli esemplari di specie marine rimaste intrappolate.
L’attività dei sommozzatori della Polizia di Stato a salvaguardia dell’ambiente marino non riguarda solamente la ricerca ed il recupero di reti fantasma, ma rientra in un programma più vasto che vede gli operatori impegnati in attività di collaborazione con una pluralità di enti quali, ad esempio l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, per progetti che interessano la presenza in mare di plastiche e microplastiche
Indagini in corso per risalire all’identità dei pescatori di frodo che hanno posizionato la rete o l’hanno affondata temendo di essere scoperti.
Le autorità invitano i testimoni a comunicare quanto hanno visto anche in forma anonima.