vespa velutina nidoGenova – Si allarga, nel silenzio generale di chi dovrebbe intervenire, l’invasione della vespa killer, la vespa velutina o calabrone asiatico. Esemplari in predazione sono stati individuati, fotografati e catturati in piena città, a Quarto, Apparizione, Molassana e Marassi ma anche a Pieve Ligure, Ruta di Camogli, San Rocco di Camogli, Mulinetti e Cartagenova, sulle alture genovesi.
Una diffusione repentina e che ha sorpreso gli stessi apicoltori dell’area genovese che si aspettavano l’arrivo della vespa killer ma non con la rapidità e la diffusione che invece si è scoperta.
La velutina si sta diffondendo in Liguria da ponente, nell’imperiese, ormai da anni, in arrivo dalla Francia dove è presente da decenni. Giunta in Europa dall’Asia, di cui è originaria, la velutina ha probabilmente viaggiato in nave e questo potrebbe spiegare come mai, dopo aver conquistato il ponente, la vespa sia “comparsa” nello spezzino saltando completamente la parte centrale della Liguria.
Negli ultimi anni la sua espansione è aumentata anche perché il programma di contrasto finanziato dall’Unione Europea si è concluso già da diversi anni e i fondi stanziati dalla Regione Liguria per la lotta a questo pericoloso insetto sono esigui e incostanti.
Basti pensare che l’ultimo corso per la preparazione e l’addestramento di persone specializzate nella ricerca e distruzione dei nidi è del 2020-2021 e che, da allora, nessun nuovo addetto è stato formato a fronte di una continua ed inesorabile espansione del fenomeno.
In provincia di Genova l’allarme lanciato ormai da un paio di settimane da parte delle associazioni degli apicoltori ancora non ha sortito effetto e nessun intervento organizzato è stato ufficialmente predisposto per far fronte ad una emergenza che, in Liguria, sta causando danni enormi al settore dell’Apicoltura ma che rischia di avere pesanti conseguenze anche sulla sicurezza di escursionisti, agricoltori e persino di ignari cittadini.
I nidi della vespa velutina, infatti, contendono dai 6mila ai 12mila esemplari e se una sola puntura può uccidere una persona allergica per shock anafilattico, è anche vero che 8-10 punture mandano un uomo di robusta costituzione in ospedale.
I nidi della velutina sono stati trovati in cima ad alberi ma anche sotto terra, in baracche e costruzioni, sotto i cornicioni di case e chiese (come nel caso di Chiavari) e minacciano da vicino anche chi non ha nulla a che fare con l’Apicoltura e la produzione del miele.
Se l’azione di sterminio delle velutine sulle api è ormai assodata, non è ancora ben chiara la pericolosità della vespa per l’uomo, indipendentemente dalla sua “occupazione”.
Imbattersi in un nido comporta certamente dei rischi perché la velutina è molto protettiva e aggressiva e se dovesse percepire la presenza umana come un pericolo colpirebbe senza esitazione con attacchi massicci degli esemplari presenti nel nido (fino a 12mila individui) e una decina di punture possono mandare un uomo in ospedale e uccidere persone allergiche anche ad una sola puntura).
In attesa che le istituzioni si muovano e prendano “coscienza” del pericolo, ogni Cittadino può fare la sua parte per limitare la diffusione della vespa e quantomeno aiutare a comprendere la sua reale diffusione.
Al momento, infatti, le informazioni le danno principalmente gli apicoltori che trovano le velutine davanti alle arnie con le api, a fare strage degli utili insetti.
Ma è possibile “trappolare” con una semplice bottiglia di plastica trasparente, meglio se con qualcosa di giallo, riempita di circa una lattina di birra o 300 centilitri di vino (bianco o rosso).
La bottiglia va “bucata” con due o tre buchi del diametro del dito mignolo della mano e appesa, con tappo, ad un metro e 50 massimo un metro e 70 di altezza.
Vanno bene giardini, terrazzi ma anche semplici finestre (legando la bottiglia perché non cada).
Controllando il contenuto ogni due o tre giorni si può verificare una eventuale cattura della vespa velutina che va segnalata alle Associazioni degli Apicoltori (AlpaMiele, Apiliguria)
o alla pagina Facebook creata appositamente per monitorare la situazione e scambiare informazioni Vespa velutina a Genova e provincia
E’ molto importante “trappolare” in questo periodo e sino ai primi freddi autunnali, quando le Regine si preparano all’inverno, e ancora più importante a febbraio/marzo quando le Regine fondatrici usciranno dal letargo per prepararsi a fondare nuovi nidi e nuove colonie.

Come costruire una bottiglia-trappola per Vespa velutina (ma anche per calabroni e vespe)

(nella foto sotto la Vespa velutina con le caratteristiche zampe gialle)

Vespa velutina

Vespa Velutina vespa orientalis, Genova, Sestri Ponente

(nella foto sopra, da sinistra, un calabrone nostrano, una vespa velutina e una vespa orientalis)

(nella foto sotto un tipico nido primario di vespa velutina da segnalare immediatamente)

vespa velutina nido primario