Genova – La polizia ha arrestato una venticinquenne accusata di far parte di una banda di malviventi dedita a truffare anziani con la tecnica del finto incidente di un parente.
La donna è stata arrestata in corso Italia, nel corso di un’operazione di controllo del territorio.
La ragazza stava suonando con insistenza ad un campanello, mantenendo un comportamento guardingo e sospettoso ed è stata fermata per un controllo quando è uscita, alcuni minuti dopo.
Addosso la ragazza nascondeva un contenitore pieno di monili d’oro ed è quindi scattata una verifica nel palazzo.
Si è così scoperto che una pensionata era stata contattata telefonicamente per “una grave emergenza” riguardante un familiare e la conseguente necessità di versare urgentemente denaro o preziosi.
Sfruttando lo shock emotivo di una madre genovese residente in quell’edificio, un uomo era riuscito a convincerla telefonicamente che il figlio si trovava in grave pericolo di essere arrestato per avere travolto con la propria vettura una donna che era rimasta gravemente ferita.
Interpretando diversi “ruoli”, più persone appartenenti alla banda si fingevano appartenenti alle Forze dell’Ordine, avvocati e parenti della vittima e hanno convinto la donna a consegnare svariati preziosi ad una emissaria che si sarebbe presentata nel suo appartamento.
La perquisizione della ragazza, che corrispondeva esattamente alla descrizione fornita dalla signora derubata, ha permesso di recuperare l’intera refurtiva costituita da monili in oro dal valore di svariate migliaia di euro e di restituirla alla legittima proprietaria.
Resta ora da chiarire come la banda sapesse che la donna ha un figlio e particolari della famiglia che certamente non sono conosciuti.
Informazioni preziose che si rivelano molto utili nelle truffe e che non è chiaro come vengano a conoscenza dei malviventi.
Molte vittime di casi analoghi hanno raccontato che i “basisti” conoscevano nomi e cognomi dei parenti, i numeri di telefono e persino marca e modello delle vetture. Davvero una mole di informazioni che presuppone una preparazione meticolosa del colpo o la presenza di “informatori” in grado di avere accesso a dati sensibili dei truffati e delle potenziali vittime.