Rigassificatore protesta Genova regioneSavona – “La Commissione Europea conferma che, per il progetto del Rigassificatore a Vado Ligure è necessaria la valutazione d’impatto”. Lo rivendica il Movimento 5 Stelle che risponde così alle dichiarazioni della Regione Liguria secondo cui non sarebbero invece necessarie.
“La nostra battaglia contro lo spostamento del rigassificatore da Piombino a Vado Ligure continua e trova un “alleato” importante – spiegano Tiiana Beghin e Maria Angela Danzì, del gruppo M5S al Parlamento Europeo – Come avevamo paventato nella nostra interrogazione, la Commissione europea ha infatti confermato che la valutazione d’incidenza per progetti di tale portata è obbligatoria e deve escludere qualunque tipo di pericolo per i siti di Natura 2000. Nel caso non li escluda, lo Stato è chiamato a valutare delle opzioni alternative”.

“Siamo curiosi – continuano – di vedere se qualcuno avrà il coraggio di affermare che nel progetto in questione non vi siano pericoli, a maggior ragione dopo che studi autorevoli come quelli dell’ISPRA e dell’Istituto Superiore della Sanità hanno sottolineato come il progetto sia incompatibile con il territorio e presenti evidenti criticità per la sicurezza sia ambientale che sanitaria”.

“Ancora una volta – concludono le europarlamentari del M5S – ribadiamo che la decisione di spostare il rigassificatore di Piombino a Vado Ligure è inaccettabile. I cittadini non lo vogliono perché avrà un innegabile impatto sul turismo e perché danneggerà diversi siti protetti dall’Unione europea per salvaguardare la biodiversità. Persino il soggetto attuatore, l’ENI, in audizione ad Arera ha ammesso che il trasferimento del rigassificatore a Vado è antieconomico. Lo Stato italiano, tramite Commissario governativo Toti, ha preso una decisione senza una vera valutazione d’impatto che possa escludere a priori danni ambientali e quindi in violazione del principio di salvaguardia. Se non si vuole rischiare un braccio di ferro con l’UE e la conseguente apertura di una procedura d’infrazione, Toti metta in pausa il progetto e inviti il governo a trovare soluzioni alternative, ambientalmente ed economicamente più sostenibili fuori dal territorio della Regione Liguria”.

“Dalla risposta all’interrogazione presentata dalle nostre due europarlamentari, emerge in modo chiaro che la valutazione di incidenza debba escludere qualsiasi pericolo per i siti di Natura 2000 – commenta la coordinatrice provinciale del M5S Savona Stefania Scarone -. A questo punto mi chiedo: il Commissario Toti riuscirà a comprendere finalmente tutte le conseguenze negative di questo progetto sul territorio savonese, che sono emerse in maniera inequivocabile in questi mesi o continuerà ad arroccarsi sulla sua decisione, che risulta meramente “politica”?”.