ponte morandi tramontoGenova – “Continua ricerca del ritorno alla verginità”. Così Egle Possetti, portavoce del Comitato Ricordo Vittime del Ponte Morandi commenta l’enfasi data all’avvio dei lavori per il Tunnel Subportuale a Genova, da parte di Autostrade per l’Italia. Un evento che, nei familiari delle vittime fa scattare una riflessione
La tragedia del crollo che ha ucciso 43 persone e causato danni per miliardi di euro è direttamente collegata con il nuovo mega progetto poiché il cantiere che si apre oggi nasce dall’accordo transattivo tra Stato e famiglia Benetton per quanto successo. Accordo contestato dal comitato dei familiari (e non solo) perché si era sperato che l’affidamento del mega progetto (da oltre 900 milioni di euro) sarebbe stato affidato ad altra azienda.

“In questi giorni – scrive il Comitato – leggiamo sulle pagine di un noto quotidiano nazionale la periodica riflessione del “nuovo” manager di Edizione, la cassaforte della famiglia Benetton. In Italia spesso coloro che hanno le colpe per avere sottovalutato, per avere avuto troppa fiducia sono i morti, è sempre più comodo in genere affidare ai defunti una serie di responsabilità”.

“E’ un mantra che ritorna anche per la famiglia Benetton – prosegue il Comitato – infatti chi aveva avuto la leggerezza di fidarsi troppo degli amministratori, pare non ci sia più, ed avanti così, pare emergano solo ingenuità e nessuno ovviamente avrebbe fatto pressione sugli amministratori per ottenere sempre più utili.
Il dato inoppugnabile di questi ultimi anni è la continua ricerca del ritorno alla verginità che emerge in questa famiglia, la ricerca del ritorno ai presunti valori famigliari dei padri fondatori (vedi anche altre vicende oltre al Ponte Morandi), purtroppo allo stato attuale non trova terreno fertile”.

“Purtroppo – prosegue la riflessione del Comitato – in Italia queste parole vengono ancora fatte risuonare quasi come fossero parole di peso, come se fossero parole di una persona, di una famiglia con profondi valori, quasi un’ascesa al cielo.
Il dispiacere, il pentimento sarebbero forieri di azioni vere in campo, azioni importanti, vedrebbero (come abbiamo più volte sollecitato) l’impegno economico importante in borse di studio, o forse per progetti in supporto alle disabilità, od altre belle, cospicue iniziative.
Forse questi enormi fondi con cui anche le nuove generazioni devono “purtroppo” confrontarsi, che ipotizziamo non avrebbero mai voluto in questo modo, potrebbero trovare una nuova via senza togliere molto a questi patrimoni.
Le scuse di Alessandro Benetton, non ci commuovono, e non devono commuovere nessuno, sono il tentativo di far riemergere dal fango l’onore della propria famiglia senza pagare dazio e questo non può essere accettato.
C’è un papà nella nostra vicenda di figli ne hanno persi due, due amori che non potranno mai più crescere e vivere, un papà che non dovrà più avere pazienza, purtroppo….
Ci sono mamme, papà, mogli, nonne, compagne, sorelle, zie che hanno perso quanto di più caro e siamo stufi di vedere queste meschine manovre di marketing famigliare,…..siamo stufi.
Ci troviamo ogni giorno a doverci confrontare da più parti con i tentativi di alleggerire le colpe, di mitigare il disastro, di riverniciare l’orrore.
Ci troviamo ogni giorno anche a dover pensare che le istituzioni abbiamo venduto un pezzo di dolore con gli “ipotetici ristori” ottenuti in quella fatidica notte a Roma, quei ristori hanno cambiato in una notte le carte in tavola (vedi finanziamenti per tunnel sub-portuale a Genova ecc.), lo stato da danneggiato è divenuto risarcito, con così poco, con un tale compromesso, anche dalle istituzioni ci saremmo aspettati molto, molto di più”.