Vespa velutinaIn Liguria la lotta alla vespa killer che stermina le api (vespa velutina) passa anche attraverso le “arpe elettriche”. Dopo l’avvio del corso di formazione per i volontari abilitati alla caccia e alla distruzione dei nidi, Regione Liguria conferma il finanziamento dell’acquisto di arpe elettriche per gli apicoltori professionisti.
Gli strumenti, già sperimentati con successo nell’imperiese e prima ancora in Spagna e in Francia, arriveranno presto anche nelle province di Genova e di La Spezia dove la diffusione della vespa velutina è in costante aumento dopo la scoperta, nell’agosto scorso, dei primi attacchi anche nell’area urbana di Genova (Marassi, Molassana, Quarto, Quinto e Nervi) e nell’entroterra genovese.
Lo strumento è composto da una corniche metallica attraversata da fili metallici posizionati alla distanza di circa 2,5 cm l’uno dall’altro a formare quella che sembra un’arpa (di qui il nome). I fili sono elettrificati ovvero percorsi da corrente elettrica in grado di uccidere le vespe killer ma lasciando passare le api che escono e rientrano nelle arnie (le casette in legno dove vengono allevate). La distanza dei fili fa in modo che la vespa velutina, più grande e con ali più larghe, finisca per restare fulminata toccando contemporaneamente i due fili vicini mentre le api, più piccole e con ali più corte, passano senza danno.
Le vespe velutine, infatti, cacciano le api – e molti altri insetti impollinatori – restando in volo a zampe aperte davanti agli ingressi delle arnie e catturando le api che tornano al nido cariche di polline e di nettare e quindi stanche e più facili da catturare.
Le arpe, posizionate davanti alle arnie fanno da “filtro” fulminando le velutine e lasciando incolumi le api.
Si tratta, però, di uno strumento “in più” rispetto ad una guerra molto difficile da vincere, sia per la tendenza ad abbandonare l’obiettivo dell’eradicazione dell’insetto alieno (è originario dell’Asia) e sia per la riduzione dei fondi destinati al suo contrasto da parte dell’Unione Europea e sia da parte dei Governi delle nazioni colpite (Spagna, Francia, Portogallo e Italia).
L’unico momento in cui l’avanzata delle vespa velutina in Italia si è ridotta, infatti, è stato quando i fondi europei dei programmi “Stop Velutina” finanziavano attività di ricerca e distruzione dei nidi.
Inoltre lo strumento “arpa” costa intorno ai 300 euro cadauno e per allevamenti con oltre 100-200 arnie (la dimensione delle aziende apistiche liguri professionali) la spesa costituisce un impegno finanziario molto rilevante e che difficilmente può essere sostenuto.
Occorre inoltre precisare che il numero degli apicoltori professionisti – ovvero che vivono della produzione di miele, polline, pappa reale ed altri prodotti dell’apicoltura, è una minima parte rispetto al complesso rappresentato per la maggior parte da apicoltori per passone definiti hobbisti (e recentemente costretti a non possedere più di 10 arnie) e semi-professionali i cui bilanci non possono certo permettersi le arpe e che non accedono ai bandi di finanziamento regionale che vengono orientati – a torto o a ragione si vedrà – più a sostegno di chi vive di apicoltura rispetto a chi alleva api per hobby o per passione pur rappresentando una massa numericamente più alta sia in termini di apiari (gli allevamenti), di presenza sul territorio (indispensabile per l’impollinazione e la biodiversità) e per numero di “famiglie” (le colonie di api).
Il tavolo apistico riunito presso la sede della Regione. alla presenza del vice presidente con delega all’Agricoltura Alessandro Piana e delle associazioni AlpaMiele e Apiliguria, ha recentemente delineato le nuove strategie di valorizzazione del comparto, che conta circa 3000 apicoltori e 24mila alveari in tutta la Liguria.
Affrontate diverse tematiche dal bando OCM (Organizzazione Comune di Mercato del Miele) di 252mila euro per l’anno apistico 2023-2024 sino ai fondi del CSR (Complemento Regionale per lo Sviluppo Rurale) 2023/2027 in cui per la prima volta è stata pensata una misura dedicata all’apicoltura.
Grande interesse anche sulle azioni di contrasto alla vespa velutina in sinergia con l’Università di Torino (Progetto Life) e con i fondi del Programma OCM (collaborazione con il Crea), con cui sono finanziati studi appositi.

“Dopo il grande successo dello scorso anno apistico con 275mila euro finanziati tramite l’OCM miele anche oggi le richieste sono elevate – dice l’assessore Alessandro Piana a margine del tavolo – a testimonianza della dinamicità e rappresentatività del settore. Regione Liguria ha pertanto richiesto al Masaf ulteriori fondi che si assommano ai 50mila stanziati per la formazione, agli oltre 180mila euro per acquisti di materiale, attrezzature, ape regine e sciami e ai 20mila euro circa per la promozione. Un altro canale da aprire è quello del CSR per stanziare premi agli apicoltori che portino i propri alveari in zone di rilevanza ambientale (ad esempio Parchi, Natura 2000…) per valorizzare l’impollinazione e quindi tutelare la nostra straordinaria biodiversità”. Continuano intanto le azioni di lotta alla vespa velutina e gli interventi attivi finanziati dal 2019 dalla Regione Liguria con il Parco delle Alpi Liguri e la Protezione civile, che si avvale anche di privati adeguatamente formati.

“Sono in programma anche corsi per distruttori di nidi finanziati con il programma OCM in collaborazione con l’Università di Torino – conclude l’assessore Alessandro Piana – e sta riscontrando una evoluzione positiva la sperimentazione di arpe elettriche da mettere a protezione dell’alveare. Si tratta di apparecchiature semplici, alimentate spesso da piccoli pannelli fotovoltaici, che permettono il passaggio senza problemi delle api mentre bloccano la vespa velutina. Abbiamo già finanziato alcuni dispositivi per combattere la vespa velutina direttamente in campo; appurata l’efficienza del metodo li incrementeremo”.