Anche l’associazione ambientalista Legambiente interviene a commento delle notizie sul terremoto giudiziario causato dalle indagini su presunte corruzioni e tangenti che ha colpito la Regione Liguria e una parte dell’imprenditoria ligurie.

Legambiente ha appreso delle misure cautelari in Liguria che hanno riguardato il presidente della giunta regionale, del capo di gabinetto del presidente e altri soggetti imprenditoriali e non, in merito alle accuse di voto di scambio e corruzione e atti contrari ai doveri di ufficio e, per alcuni casi, di agevolazione dell’attività mafiosa.

«Per molti capi di imputazione – commentano Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente e Stefano Bigliazzi, presidente regionale di Legambiente sono evidenti le attinenze a problematiche di carattere ambientale e di tutela del territorio, come la questione dei tombamenti portuali a Genova, il consumo di suolo e territorio, le concessioni balneari e gli appalti. Del resto, come denunciamo ogni anno nel Rapporto Ecomafia, le inchieste sulla corruzione sono spesso intrecciate con le vicende ambientali e gli interessi della criminalità organizzata».
«Seguiremo da vicino l’andamento di questa inchiesta – concludono Ciafani e Bigliazzi – anche attraverso il nostro Centro di Azione Giuridica nazionale e ci riserviamo di prendere tutte le iniziative possibili che attengono ai nostri compiti statutari»

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