Napoli – Una vasta operazione contro il lavoro nero è stata compiuta dai carabinieri nell’ hinterland vesuviano ed ha portato all’arresto di una persona, la denuncia di altre 11 e la chiusura di ben 7 aziende.
Per due giorni una task force composta da militari dell’Arma del gruppo di Torre Annunziata, del reparto tutela del lavoro, ispettori dell’Asl e dell’Inps ha controllato una quindicina di aziende e laboratori per far emergere il lavoro nero, accertare il rispetto delle norme sulla sicurezza del lavoro e le regolari procedure per lo smaltimento dei rifiuti.
Al termine delle ispezioni, ognuna delle quali durata diverse ore, i militari hanno chiuso sette fabbriche di abbigliamento, quattro delle quali sequestrate e in tre sospese le attività in base alle violazioni riscontrate, eseguito un arresto e denunciate undici persone a piede libero. In alcuni casi trovati operai clandestini costretti a sopportare condizioni di lavoro impietose.
In particolare: a San Giuseppe Vesuviano, arrestata in flagranza di reato una cittadina cinese 30enne, sorpresa a lavorare in un opificio di sua proprietà sottoposto a sequestro durante una precedente operazione.
A Terzigno, in un opificio tessile, trovati 4 lavoratori in nero, tutti cinesi, tre dei quali denunciati perché trovati senza permesso di soggiorno. Al titolare, un 30enne cinese anche lui, sono state elevate sanzioni per circa 40mila euro, per violazioni in materia di sicurezza sul luogo di lavoro.
A Ottaviano, al titolare di un opificio tessile, un 32enne italiano, sono state contestate sanzioni amministrative in materia di sicurezza dei luoghi di lavoro, l’importo delle sanzioni supera i 20mila euro.
A San Giuseppe Vesuviano, al titolare di un opificio tessile, un 38enne italiano, sono state contestate violazioni alle norme sulla sicurezza del lavoro per un importo complessivo di circa 70mila euro. Il 38enne è stato denunciato anche per sfruttamento del lavoro nero perché impiegava operai cinesi privi di permesso di soggiorno.
Ancora a San Giuseppe Vesuviano, in un laboratorio tessile sono stati trovati 4 lavoratori cinesi completamente sconosciuti al fisco e al titolare, anche lui cinese 41enne, sono state contestate sanzioni in materia di sicurezza dei luoghi di lavoro per l’importo complessivo di oltre 40mila euro
Sempre a San Giuseppe Vesuviano, al titolare di un altro laboratorio tessile di proprietà di un cittadino cingalese di 35 anni, sono state contestate sanzioni in materia di sicurezza del lavoro per un importo complessivo di 50mila euro, e gli agenti hanno trovato nei locali 4 lavoratori cinesi in sconosciuti al fisco.
A Boscoreale, in un’azienda sono state contestate ai due titolari, un uomo e una donna cinesi entrambi 42 anni, violazioni alle norme sulla sicurezza dei luoghi di lavoro per un importo pari a 50mila euro.
In quasi tutte le fabbriche tessili controllate vi era illecito smaltimento dei rifiuti speciali prodotti, dato che non erano state rilasciate autorizzazioni regolari allo smaltimento.