Roma – Ministeri e Istituti di analisi sbagliano previsioni da sette anni e anche per il 2015 non ci sarà nessuna ripresa. Ne sono sicuri alla Cgil che torna a denunciare i tragici errori commessi da enti e organismi nel prevedere l’andamento dell’economia italiana.
“Dopo sette anni di errori reiterati – commentano alla Cgil – anche per il 2015 i modelli previsionali calcolano una ripresa che non ci sarà”.
Il giudizio è duro ma ragionato e arriva a commento delle previsioni macroeconomiche diffuse in questi giorni dai principali istituti nazionali ed internazionali, impegnati a ricalcolare le stime di crescita nel nostro paese.
A mettere in discussione le previsioni econometriche, uno studio dell’Ufficio economico della Cgil.
Negli ultimi sette anni il Pil italiano sarebbe dovuto crescere complessivamente dell’1,6% secondo le stime dell’Ocse e del 5,4% secodno le elaborazioni dei vari ministeri dell’economia e delle finanze.
Numeri smentiti, ogni anno, dai dati effettivi diffusi dall’Istat: il gap previsionale, ovvero lo scostamento cumulato tra le previsioni e il dato definitivo, nel corso di questi ultimi sette anni, oscilla tra i meno 10,5 punti percentuali dell’Ocse e i meno 14,3 dei governi italiani.
“Errori che in termini assoluti si traducono in un ammanco, dall’inizio della crisi, di 200 miliardi per quanto riguarda l’Ocse e addirittura di 330 miliardi di euro per i governi italiani”, spiega il segretario confederale della Cgil, Danilo Barbi.
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