Bergamo – Nonostante la Procura di Bergamo sostenga ormai ”senza ombra di dubbio” che ad uccidere la povera Yara Gambirasio, scomparsa il 26 novembre 2010 a Brembate di Sopra e ritrovata morta 3 mesi dopo, sia stato proprio il Massimo Bossetti, il muratore di Mapello continua a professarsi innocente. Non solo, rinchiuso in carcere dallo scorso 16 giungo con l’accusa di essere l’unico assassino della 13enne, nell’estremo tentativo di scagionare sé stesso sarebbe arrivato addirittura ad insinuare dubbi sul padre della ragazzina uccisa.
Bossetti, come risulta dalle intercettazioni di alcuni colloqui in carcere con i suoi familiari lo scorso agosto, aveva raccontato di aver accennato al suo legale di essere convinto che il padre di Yara, Fulvio Gambirasio, stesse nascondendo qualcosa di ”grosso” collocato alla Lopav dei fratelli Locatelli, in quanto, quando era andato nel cantiere di Palazzago per effettuare alcune riparazioni ”aveva notato che Fulvio non si era scomposto minimamente” vedendo le forze dell’ordine che in quei giorni stavano cercando la figlia.
Bossetti nel dialogo intercettato qualche mese fa ha anche aggiunto di aver parlato della questione con un uomo che lavorava con lui nel cantiere al quale aveva detto ”te, ma non ti sembra strano…c’è il padre qui a lavorare, mentre quando son in giro a cercare la sua ragazza!”