Milano – “Volevo vendicarmi di chi mi ha rovinato” ha dichiarato ai Carabinieri che lo hanno arrestato Claudio Giardiello, l’immobiliarista 57enne accusato di bancarotta che oggi ha seminato terrore e morte all’interno del Palazzo di Giustizia del capoluogo lombardo.
Giardiello, originario di Benevento ma residente a Garbagnate, imputato sotto processo per bancarotta, questa mattina ha improvvisamente estratto una pistola in aula durante l’udienza uccidendo un avvocato e un testimone. Poi ha raggiunto al piano di sotto un giudice, citato come teste, e ha ucciso anche lui nel suo ufficio.
In tutto l’uomo ha sparato 13 colpi, seminando il panico tra la moltissima gente che la mattina affolla gli uffici giudiziari mentre scattavano i soccorsi, l’evacuazione dell’edificio e la caccia al killer.
Solo dopo si scoprirà che l’uomo, approfittando della confusione, è riuscito ad uscire dal Tribunale e fuggire in sella ad una moto, ma è stato bloccato a Vimercate dai Carabinieri.
Tutto inizia pochi minuti prima delle 11: Claudio Giardiello si presenta nell’aula del terzo piano dove si tiene il processo a suo carico per la bancarotta della ‘Immobiliare Magenta’. Qui estrae la pistola e spara contro il suo legale, l’avvocato Lorenzo Alberto Claris Appiani di 37 anni, uccidendolo sul colpo, contro Giorgio Erba, suo coimputato che morirà poco dopo al Policlinico, e contro il pm Luigi Orsi, senza però colpirlo. Poi fugge, scende al secondo piano, alla sezione fallimentare ed entra nell’ufficio del giudice Fernando Ciampi, citato come testimone nel processo, perchè aveva emesso una sentenza per il fallimento di una società collegata alla bancarotta dell’immobiliare Magenta.