Milano – “Grazie che mi avete fermato, avete fatto bene, avrei ucciso ancora e poi mi sarei suicidato”. Sono state queste le parole che, in sostanza, avrebbe detto Claudio Giardiello ai Carabinieri che lo hanno arrestato a Vimercate, appena bloccato dopo la fuga in seguito alla strage compiuta ieri all’interno del Tribunale di Milano, dove ha sparato 13 colpi di pistola uccidendo 3 persone e ferendone gravemente 2.
Quando è stato bloccato il killer aveva nella pistola il colpo in canna, e aveva anche dichiarato: “Il tribunale mi ha rovinato, quel posto è l’origine di tutti i miei mali. Volevo vendicarmi”.
Ed ora non è escluso che la Procura di Monza ipotizzi il reato di strage nei confronti di Giardiello, al momento imputato per omicidio plurimo premeditato e tentato omicidio nei confronti dei feriti.
Intanto non sarebbero emersi, al momento, rilievi penali dai primi accertamenti degli inquirenti sul sistema di sicurezza del Palazzo di Giustizia di Milano che ieri, giorno della strage in Tribunale, per dirla con le parole dei vertici degli uffici, ha presentato ”una evidente falla”.
L’autopsia delle tre vittime della follia omicida di Giardiello, l’avvocato Lorenzo Alberto Claris Appiani, il suo coimputato Giorgio Erba e il giudice Fernando Ciampi, è prevista per lunedì prossimo.