New York – Federica Mogherini, quale Alto Rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, presenterà ufficialmente oggi al Palazzo di Vetro di New York, in Consiglio di sicurezza, la proposta europea per un piano di emergenza sull’immigrazione in Europa.
Il testo della bozza di risoluzione, che potrebbe arrivare al voto in meno di due settimane, dovrebbe ricadere sotto l’ombrello del Capitolo 7 della Carta Onu, quello che prevede l’uso della forza come estrema ratio, sul quale si è raggiunto già l’accordo tra Francia, Regno Unito, Spagna e Lituania, i Paesi europei attualmente nel Consiglio di sicurezza.
I pilastri su cui si fonda la strategia sono essenzialmente 4: aiuto ai Paesi di origine e transito dei migranti, controllo delle frontiere a sud della Libia e nei paesi limitrofi, missioni di sicurezza e difesa contro trafficanti e scafisti e infine, il più controverso, l’obbligatorietà della suddivisione dei profughi in base ad un meccanismo di quote.
Per gli aiuti ai Paesi terzi e per il controllo delle frontiere, con interventi sulle infrastrutture per metterle in sicurezza, “non ci sono problemi di soldi”, indicano fonti europee, visto che l’Europa è il primo donatore mondiale e può attingere ad un budget di circa 20 miliardi per cooperazione e sviluppo.
Ma la questione politica è la loro destinazione. Per quanto riguarda la missione nell’ambito della politica di sicurezza e difesa, tutto è legato all’Onu e ai tempi per l’approvazione della risoluzione preparata dall’Italia e presentata dalla Gran Bretagna. Il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni ha parlato di una decina di giorni per capire se, oltre all’appoggio che già c’è di Francia, Gran Bretagna, Spagna e Lituania, si possa contare anche su quello degli altri undici membri. La Russia, per ora, non ha vincolato il suo sì alla questione delle sanzioni, lasciando aperta la strada dell’ottimismo. La speranza dell’Ue è che sia pronta in tempo per il Consiglio europeo di giugno. Non è escluso però che arrivi anche prima del Consiglio esteri del 18 maggio. Il punto più controverso della strategia resta la redistribuzione dei migranti, con quote obbligatorie da stabilire in base alla ricchezza del Paese, al tasso di disoccupazione, ai numeri degli asili già concessi.