Roma – La maggior parte di loro punterebbe ad abbandonare l’Italia, ed attenderebbe un pullman o un qualsiasi modo per raggiungere il Nord Europa, in particolare Germania e Austria. Nel frattempo però, trovandosi senza un riparo, sono costretti a dormire per terra, sui cartoni, senza nè acqua nè bagni, in largo Guido Mazzoni, davanti alla Stazione Tiburtina a Roma. E’ qui infatti che è sorto un gigantesco accampamento di migranti, circa 500 di giorno, che di sera diventano 300. Alcuni immigrati provengono dai barconi che approdano nel Sud Italia, soprattutto etiopi ed eritrei, mentre altri vengono dai centri di accoglienza che hanno poi deciso di abbandonare, e altri ancora sono gli sgomberati di alcuni campi abusivi della Capitale.
Il problema è però che molti di loro, essendo senza documenti, non riuscirebbero a partire, oltre al fatto che Berlino ha sospeso temporaneamente il trattato di Schengen fino al 15 giugno per il G7. Così a centinaia di profughi non resta altro da fare che aspettare a Largo Mazzoni, via Pietro l’Eremita e via Cupa, dove c’è un centro di accoglienza. La Croce Rossa Italiana, con un medico, infermieri e mediatori culturali, e un camper ormai fisso, provvede a dare loro i pasti e li assiste da un punto di vista sanitario, mentre alcuni passanti lasciano bottiglie d’acqua, cibo e offerte in denaro.
Ma se da una parte c’è solidarietà, dall’altra non mancano naturalmente proteste e tensioni. Oggi all’arrivo della polizia in largo Mazzoni si è scatenato un fuggi fuggi generale, mentre 18 eritrei sono stati identificati e portati all’ufficio immigrazione dalle forze dell’ordine. Tutti gli altri, che al momento dell’arrivo delle volanti erano un centinaio, si sono però dileguati. Gli eritrei, che hanno opposto una vivace resistenza ai poliziotti, sarebbero richiedenti asilo la cui posizione è al vaglio della Polizia.