CasaMia, la risposta della discoteca alla chiusura
CasaMia, la risposta della discoteca alla chiusura

Genova – “Nessuno scippo, nessuna aggressione, nessuna rapina. Massima collaborazione con le autorità di Pubblica Sicurezza. Provvedimento non risolve le problematiche sociali e penalizza solo i lavoratori e le persone perbene”.
E’ la risposta pubblica, contenuta in un post sulla pagina Facebook del locale Casamia, alla decisione del Questore di Genova di chiudere per 30 giorni il locale di via XII ottobre.
Sul sito della discoteca Casamia e sulla pagina Facebook è comparsa una lettera aperta nella quale i titolari spiegano le loro ragioni:

“In merito alla decisione del Questore che ha disposto la chiusura del Casa Mia Club per 30 giorni teniamo a puntualizzare alcuni aspetti primo tra i quali rispetto dell’autorità di Polizia con cui abbiamo sempre collaborato e con cui si intende proseguire in un rapporto finalizzato a rendere fruibile a tutti l’intrattenimento che è parte fondamentale del nostro lavoro. In caso di situazioni di tensione siamo i primi a chiamare le forze dell’ordine e nel nostro locale opera un’agenzia di security che ha regolare autorizzazione della Prefettura di Genova.
Nessuno scippo, nessuna rapina, nessuna aggressione si sono verificati negli ultimi anni nel locale o nel raggio di nostra competenza (300 mt.).
La disposizione si basa su poche segnalazioni, in tutto cinque, diluite nel tempo dal 2014 ad oggi, la più grave delle quali si è verificata a 100 mt. dal Casa Mia, il 16 gennaio 2016 e ha come conseguenza un naso rotto con successiva prognosi di circa 30 giorni.
Il Casa Mia Club non è soltanto discoteca ma anche ristorante – pizzeria e studioteca durante le ore diurne, la chiusura produce il solo risultato di lasciare trentacinque persone, tra dipendenti e collaboratori, senza lavoro con conseguenze anche sull’indotto dei vari fornitori e non risolve il problema dell’ordine pubblico.
Il nostro, come altri, è un luogo di aggregazione controllato e presidiato secondo standard che rispettano l’attuale regolamentazione di pubblica sicurezza. Le due-tremila persone che normalmente frequentano il Casa Mia nella settimana sono per la maggior parte ragazzi e ragazze che vogliono divertirsi, ne abbiamo molte testimonianze dirette nei numerosi messaggi di solidarietà arrivati sui social o privatamente alla notizia della chiusura del locale. Le poche teste calde protagoniste dei fatti descritti non subiscono alcuna restrizione.
Il provvedimento colpisce i lavoratori e le persone perbene che vengono a ballare, a studiare o a mangiare al Casa Mia.
La proprietà e la direzione del locale sono sempre stati collaborativi e disponibili nei confronti delle istituzioni e delle autorità di pubblica sicurezza perchè è interesse comune rendere la movida genovese un’alternativa sostenibile per tutti. Non di molto tempo fa, con data 21 novembre 2015, un verbale di totale regolarità elevato durante un controllo da parte di sovrintendenza, polizia municipale, vigili del fuoco e siae e nel recente passato (ultimi tre anni) non vi è traccia sui vari organi di stampa di notizie di cronaca che chiamino in causa il Casa Mia con riferimento a reati di qualsivoglia gravità. Niente di niente.
I video interni del locale, tenuti a norma di legge, sono sempre a disposizione di chi con dovuta autorizzazione ne facesse richiesta.
Ribadiamo la nostra disponibilità ad esplorare insieme alle autorità soluzioni che possano scongiurare il ripetersi di episodi che possano turbare l’ordine pubblico. In buona fede e nella completa fiducia delle istituzioni attendiamo di poter esporre la nostra versione dei fatti”.