Napoli – Più di 10 mila persone in piazza oggi a Napoli per difendere il Made in Italy, nella manifestazione convocata da Coldiretti. Oggetto della manifestazione anche la dieta mediterranea, sempre più “corrotta” da prodotti con nomi italiani ma in realtà prodotti all’estero, che oltre ad avere una qualità inferiore sono potenzialmente anche rischiosi per la salute. L’associazione a tutela dei consumatori ha infatti stilato una “black list” dei prodotti importati, messi in ordine di nocività per il nostro organismo. In testa troviamo i broccoli prodotti in Cina, seguiti dal prezzemolo vietnamita, il basilico indiano, le melegrane egiziane e il peperoncino thailandese. I manifestanti chiedono una maggiore tracciabilità dei prodotti, nonché garanzie sulla qualità. Una battaglia condivisa anche dal ministro dell’Agricoltura Maurizio Martina, che evidenzia come l’Italia sia già all’avanguardia nella tutela del proprio settore agroalimentare: “Negli ultimi due anni – spiega il ministro – abbiamo effettuato più di 250mila verifiche in tutta la filiera, anche sui prodotti che entrano nel nostro Paese. Vogliamo garantire al massimo la tutela del consumatore e per raggiungere questo obiettivo è importante lavorare sempre di più anche su un fronte cruciale come quello della tracciabilità e dell’etichettatura. È un lavoro in linea con la promozione del modello agricolo italiano che fa della sostenibilità una pratica quotidiana e che vede l’Italia all’avanguardia nella riduzione dei fitofarmaci e nel contenimento delle emissioni di gas serra”.
Questa mattina, gli agricoltori si sono dati appuntamento presso il Palabarbuto di Napoli, e ai margini della manifestazione alcune bancarelle vendevano i prodotti più contraffatti, mentre alcuni pizzaioli acrobatici si esibivano tra la folla. La Campania è la regione i cui prodotti tipici come la mozzarelle vengono più spesso contraffatti sui mercati nazionali e stranieri. Per questo i manifestanti richiedono un’etichetta che attesti l’origine dei prodotti. Una richiesta che potrebbe andare in rotta di collisione con il regolamento dell’Unione Europea, che impedisce gli “aiuti di stato” nei confronti dei prodotti nazionali, in nome di una più equa circolazione delle merci.
La Coldiretti rivendica però l’eccellenza del marchio Made in Italy, nel settore per noi strategico dell’agroalimentare: “L’agricoltura italiana- sostiene l’associazione – è la più green d’Europa con 281 prodotti a denominazione di origine (Dop/Igp), il divieto all’utilizzo degli ogm e il maggior numero di aziende biologiche, ma è anche al vertice della sicurezza alimentare mondiale con il minor numero di prodotti agroalimentari con residui chimici irregolari (0,4%), quota inferiore di quasi 4 volte rispetto alla media europea (1,4%) e di quasi 20 volte quella dei prodotti extracomunitari (7,5%)”.
“Non c’è più tempo da perdere – dichiara invece il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo – e occorre rendere finalmente pubblici i flussi commerciali delle materie prime provenienti dall’estero per far conoscere anche ai consumatori i nomi delle aziende che usano ingredienti stranieri. Bisogna liberare le imprese italiane dalla concorrenza sleale delle produzioni straniere realizzate in condizioni di dumping sociale, ambientale con rischi concreti per la sicurezza alimentare dei cittadini”.