Genova – Il pesto, intoccabile tradizione della cucina genovese da eseguire rigorosamente secondo la ricetta originale, è diventato “testimonial” della riduzione del consumo di sale.
E’ accaduto quest’oggi durante la presentazione in Camera di Commercio della dodicesima edizione della Settimana mondiale per la riduzione del consumo del sale promossa da WASH – World Action on Salt & Healt e dalla Società Italiana di Nutrizione Umana, che si svolgerà tra il 12 ed il 18 marzo.
Alla presentazione hanno preso parte Alessandro Cavo in rappresentanza della Giunta camerale, Paolo Simonetta per la SINU e Roberto Panizza, presidente dell’Associazione Palatifini ed ideatore del Campionato Mondiale di Pesto al Mortaio.
In apertura di conferenza stampa, Alessandro Cavo ha dichiarato: “I ristoratori Genova Liguria Gourmeto da sempre partner del Campionato e protagonisti del Pesto Party previsto sabato sera a conclusione del Campionato, proporranno una variante del pesto senza sale, in segno di adesione alla campagna WASH“.
Ha proseguito Roberto Panizza: “Il realtà il pesto è una salsa equilibrata e per propria natura in linea con il principio di utilizzo modico del sale; l’eventuale eliminazione di quest’ultimo è compensata dalla presenza del formaggio e dell’olio“.
Paolo Simonetti ha poi aggiunto: “Abbiamo intitolato la campagna 2018 Meno Sale? Si può: cinque vie per cinque grammi per divulgare cinque accorgimenti che possono portare al raggiungimento dell’obiettivo di un consumo giornaliero di cinque grammi di sale, ovvero un cucchiaino da caffè: utilizzare in cucina erbe e spezie per insaporire il cibo, consumare in abbondanza frutta, verdura e legumi, controllare bene le etichette facendo la spesa, scegliere prodotti da forno o confezionati che contengono poco sale, educare dall’infanzia ad un consumo moderato di sale“.
Durante la conferenza stampa, inoltre, è stato firmato un protocollo di intesa tra la Camera di Commercio di Genova e SINU per rafforzare la collaborazione che già ha prodotto numerose iniziative di successo dal 2014 ad oggi.
Alcuni mesi fa era stato il The Guardian a bocciare il pesto per il suo contenuto di sale. Secondo l’indagine condotta dal quotidiano prendendo in esame 75 tipi di pesto confezionato in vendita in Gran Bretagna, era emersa una elevata concentrazione di sodio che va dai due ai due grammi e mezzo per cento grammi di prodotto.
Una “accusa” che, di certo, non aveva coinvolto troppo gli animi dei genovesi, primi a diffidare del prodotto confezionato.