Zurigo – E’ morto Sergio Marchionne.

L’ex AD di Fca si è spento a 66 anni nella clinica di Zurigo in cui era ricoverato dallo scorso 27 giugno.

Negli ultimi giorni le sue condizioni di salute, dopo l’intervento subito, ufficialmente per un problema alla spalla, erano peggiorate tanto da essere definite “irreversibili”.

A compromettere il quadro clinico sembra siano state le complicazioni sopraggiunte a seguito dell’operazione chirurgica.

Un fulmine a ciel sereno che ha spinto la Fca a nominare il successore, Mike Manley, nel fine settimana.

Marchionne, nato a Chieti ma naturalizzato canadese, è stato il manager protagonista assoluto nel settore delle automobili.

A lui si deve il salvataggio della Fiat, riportata nel corso degli anni sotto la sua guida, a livelli di eccellenza.

Nel 2003 le perdite dell’industria automobilistica di Torino erano arrivate a toccare quota 6 miliardi di euro, oggi l’utile è solido, come solido è il marchio Jeep, in grado di vendere 10 volte tanto rispetto al 2009.

Il lavoro di Marchionne ha portato il gruppo Fca a valere 60 miliardi, a fronte dei tre del 2004.

Luci ed ombre sull’imprenditore, riassunte dal Governatore della Toscana Enrico Rossi che ha spiegato: “I giornali esaltano le sue capacità di leader e di innovatore. Ma, nel rispetto della persona, non si deve dimenticare la residenza in Svizzera per pagare meno tasse, il Progetto Italia subito negato, il baricentro aziendale che si sposta in Usa, la sede legale di Fca in Olanda e quella fiscale a Londra. Infine, un certo autoritarismo in fabbrica per piegare lavoratori e sindacati; e gli occupati che sono passati dai 120mila del 2000 ai 29mila di oggi“.