Genova – Si intitola Carhartt il nuovo singolo di Kiddo, il giovane artista cresciuto tra San Teodoro e il Centro Storico di Genova.

Un brano composto durante il lockdown che vede la partecipazione di Zero Vicious, istituzione del rap genovese.

A proposito di Carhartt, Kiddo, al secolo Alessio Calcinai, racconta: “Carhartt nasce durante i mesi di lockdown, da un bisogno di metabolizzare una relazione che non è andata bene e che, come sono solito fare, ho rimandato per più tempo possibile di affrontare la cosa psicologicamente.
Parla di questo, ma anche di sapere andare avanti e di imparare da momenti come questi. Di non farsi mangiare dalla paranoia o dall’ansia ma di imparare a mettersi sempre in gioco e capire quando invece sei di troppo”.

Carhartt segue il brano d’esordio, Randagi, ma già al primo ascolto si notano differenze sostanziali.

Randagi è sicuramente un singolo più radio-friendly – continua Kiddo – da pezzo che ti pompi in macchina quando vuoi urlare fuori dal finestrino per sfogarti, Carhartt è un brano più introspettivo, da birra davanti a netflix quando è sabato sera e non vuoi vedere nessuno. Penso che tra i due pezzi ci sia anche un salto a livello di scrittura, sento di essere riuscito a mettere su carta i miei pensieri molto meglio su Carhartt che su Randagi, poi con un pilastro della scena Genovese come Vicious penso sia proprio di un altro livello, anche se Randagi continua a piacermi, però si sa, ogni scarrafone è bell’ ‘a mamma soja”.

Il processo di scrittura e composizione per Kiddo non segue un modello preciso: “Sto ancora cercando la quadra perfetta per scrivere, ho provato a scrivere il testo senza la base, poi a scriverlo avendo già un’idea del beat, ma alla fine per ora il metodo migliore per me rimane prendere la chitarra acustica o il piano, buttare giù due accordi e trovare le parole mentre suono, poi io praticamente sempre mentre sto scrivendo il beat mi metto già a fare un primo giro di mix. La comodità di fare i propri beat è che puoi adattarlo in qualsiasi momento in base alla piega che vuoi fargli prendere, anche se devo ammettere che mi piacerebbe lavorare con un altro produttore, il problema di base è che sono un cagacazzo e ho un’idea molto precisa del sound che voglio e non ho ancora trovato una persona nè a Genova nè fuori che sia sulla mia stessa wave”.

Non può mancare una riflessione sull’estate che stiamo vivendo, svuotata della musica dal vivo.

Penso che sfrutterò l’estate per continuare a scrivere e per decidere che strada a livello artistico voglio prendere, in modo da poi proporre nel futuro un prodotto con un’intenzione precisa anzichè andare di singolo in singolo e vedere come va.

Parlando del CoViD l’unica per ora è pomparsi più musica possibile e supportare gli artisti, specialmente quelli emergenti che meritano di essere ascoltati, a livello di live bisognerà ancora stringere i denti purtroppo, sperando possano ripartire in autunno, magari un po’ meno ammassati del solito, ma i live sono fondamentali, sono il banco di prova per il materiale nuovo e per vedere il supporto reale dei fan”.

Idee chiare e tanta voglia di lavorare sul beat, sulla sonorità e sui testi che in futuro porteranno a un progetto importante: “Non voglio spoilerare troppo, ma in questo autunno voglio portare un prodotto che racconti una storia sia visivamente che musicalmente”.