omicidio Genova, donna uccisa via Colombo

Genova – Nessuna denuncia contro il suo ex compagno. Clara Ceccarelli non avrebbe mai segnalato alle forze dell’ordine, con una denuncia formale, di sentirsi in pericolo o di essere perseguitata. A chiarirlo il procuratore Francesco Cozzi che ha confermato quanto risulterebbe alla polizia.
Si infittisce dunque il mistero sui precedenti raccontati da testimoni e persone vicine alla donna uccisa a coltellate nel suo negozio di via Colombo, in pieno centro di Genova.
Secondo le molte testimonianze raccolte dai Media, infatti, Clara Ceccarelli viveva nel terrore di essere uccisa ed avrebbe addirittura pagato in anticipo il proprio funerale. Alle amiche e conoscenti avrebbe raccontato di continue angherie e di dispetti che andavano dallo sporcare le saracinesche del locale con ogni genere di rifiuto organico a pressanti richieste di denaro ma per la Giustizia italiana non ci sono elementi che supportano questa tesi e l’unica denuncia presentata dalla vittima de brutale omicidio, sarebbe quella dell’aprile dello scorso anno nel quale si parlava di un “sospetto”.

Ricostruzioni diametralmente diverse che non aiutano a inquadrare una situazione che appare paradossale. Una donna perseguitata da tempo da un uomo che la spaventava e che non avrebbe presentato alcuna denuncia contro di lui.
Una situazione che, però, potrebbe trovare conferma nell’esperienza di chi segue quotidianamente situazioni come quella che ha portato all’omicidio di Clara Ceccarelli: le associazioni che aiutano le donne vittima di violenza.
Spesso infatti c’è la paura di denunciare per il timore di “incattivire” ancora di più il proprio persecutore o una sorta di “riguardo” nella speranza che la situazione si risolva in modo “pacifico”.
Sono ancora poche le donne che prendono coraggio di affrontare le difficoltà di lunghe cause in Tribunale che spesso si concludono con pene e sanzioni miti.
Pochi i sostegni alle persone che denunciano e poche le garanzie di sicurezza.

Per questo, anche oggi, il centro anti violenza Mascherona e l’associazione Non una di meno hanno effettuato un presidio di protesta e di sensibilizzazione davanti al negozio della vittima.
Una manifestazione per chiedere che si passi dalle parole ai fatti e che vengano finalmente fatti i passi concreti che servono ad affrontare l’emergenza.
Per combattere la violenza sulle donne (e la violenza in genere) occorrono fondi e personale e strutture sovvenzionate per aiutare e sostenere chi attraversa questo tipo di “burrasche” e cerca un luogo sicuro dove ripararsi e magari nascondersi.