Alberto Ferrando pediatraGenova – “Centri di diagnosi non sufficienti a identificare precocemente i casi di bambini affetti da sindrome dello spettro autistico e ancor meno per curarli”. E’ la denuncia del celebre pediatra Alberto Ferrando che da tempo si batte perché questo tipo di emergenza – con numeri in crescita e pochissime risorse per affrontarli – venga presa in considerazione da chi prende le decisioni, a Roma come in Liguria.

Secondo Ferrando il covid ha messo in luce un gran numero di casi di “spettro autistico” tra i bambini ma i centri dedicati sul territorio sono troppo pochi rispetto al necessario e le liste di attesa per le diagnosi sono sempre più lunghe.

Una vera “tragedia” per le famiglie dei bambini con questo tipo di problematiche perché ci si accorge del problema troppo tardi (quando si potrebbero curare molto efficacemente) e ancor più tardi si iniziano le terapie e le corrette pratiche di sostegno.
Come sempre la colpa non è dei genitori ma della organizzazione del sistema sanitario che non è adeguatamente pronto ad affrontare quella che appare come una vera e propria emergenza visto il numero dei bambini cui viene diagnosticato lo spettro autistico.

I bambini hanno bisogno di sostegno medico ma anche di professionisti preparati in diverse discipline come la logopedia e la psico motricità e i genitori hanno bisogno di sostegno psicologico e di “corsi” per imparare ad affrontare i problemi legati all’Autismo pur nelle sue infinite sfaccettature e livelli di “gravità”.

Inoltre, al momento, occorrono mesi (siamo a 6 mesi a Genova) per le visite mediche per il riconoscimento della disabilità, necessario per accedere alle cure a carico del sistema sanitario e, ancor peggio, per avere insegnanti di sostegno nelle classi di scuola.

Uno scenario sconcertante e desolante che vede la Liguria, come tante altre regioni italiane, del tutto impreparata ad affrontare le necessità di un numero sempre crescente di bambini con questo tipo di problematiche.
Disagi che potrebbero essere praticamente cancellati o comunque ridotti al minimo, se le cure fossero avviate in modo adeguato e tempestivo.

Sul punto Ferrando ricorda che “è stata scritta una lettera al ministro e alle regioni del nord Italia dai centri di neuropsichiatria infantile che non riescono a star dietro alle richieste di sospetto di autismo. Per questi casi la diagnosi deve essere fatta precocemente”.

Attualmente, per dare un dato che aiuti a rendersi conto della gravità della situazione, la diagnosi di sindrome dello spettro autistico veniva fatta ad un bambino su mille mentre oggi siamo già arrivati, pur con i ritardi denunciati, a un bambino su 80.
Resta inoltre da chiarire, con adeguata ricerca evidentemente non ancora fatta, sulle “cause” che stanno provocando questa impennata di casi.