Genova – L’incendio e lo sversamento di liquido in fiamme sul nuovo ponte autostradale San Giorgio lo ha danneggiato in maniera non grave ma potrebbe aver rivelato carenze nella valutazione delle conseguenze di questo tipo di emergenze.
Nuovi guai – come anticipato da LiguriaOggi lo scorso 26 agosto – per il nuovo ponte che attraversa la ValPolcevera in sostituzione del ponte Morandi crollato il 14 agosto 2018 provocando 43 vittime. L’incendio divampato su un camioncino che trasportava latte di olio ha provocato danni che hanno evidenziato quello che potrebbe rivelarsi un errore di progettazione.
Il camioncino aveva preso fuoco nella parte iniziale del ponte, sul lato di ponente, e l’olio che trasportava ha preso fuoco ed è colato sulla struttura e dentro l’impianto di raccolta delle acque piovane, danneggiandolo seriamente.
In pratica le tubazioni si sono “cotte” per via delle alte temperature sviluppate dalla combustione.
Fortunatamente lo sversamento è stato di entità limitata ma i danni, limitati e risolvibili, hanno evidenziato due carenze importanti.
La prima riguarda la possibilità che liquido infiammabile coli dal ponte finendo sulle parti sottostanti. Nell’occasione l’olio in fiamme è colato su un prato provocando un principio di incendio limitato e velocemente domato dai vigili del fuoco ma ci si domanda cosa sarebbe successo se l’incidente fosse avvenuto al di sopra di una strada percorsa da auto e persone a piedi.
La seconda perplessità, confermata dall’ispettore del Mims Placido Migliorino al termine dell’ispezione fatta ieri pomeriggio, riguarda le norme anti incendio tenute in considerazione in fase di progettazione e costruzione poiché sembra che l’impianto di scarico delle acque piovane possa condurre all’interno della struttura un eventuale liquido in fiamme.
L’impianto raccoglie infatti le acque piovane di superficie e le convoglia, attraverso una rete di tubazioni, all’interno del ponte – che è cavo – e poi le scarica ai lati della struttura. L’ispezione del Mims ha evidenziato un possibile grave problema nel caso di un incendio di una autocisterna al di sopra del ponte. Una eventualità che non si può escludere.
In questo caso occorre valutare cosa accadrebbe se un liquido infiammabile, magari benzina o idrocarburi in grado di generare un forte calore, dovesse sciogliere le tubazioni nelle quali scorre nel ponte e sversarsi all’interno della struttura.
Ricordando che, nel caso delle Torri Gemelle, nell’attentato aereo di New York, non fu l’impatto degli aerei a causare il collasso dei grattacieli ma proprio l’incendio generato dal carburante incendiato.
Uno scenario di cui il progetto avrebbe dovuto tenere conto e che gli ispettori vogliono verificare.