polizia locale genova centro storicoGenova – Nove locali del centro storico genovese colpiti da provvedimento di chiusura anticipata nei fine settimana e nei giorni festivi sino al 31 gennaio. Un vero e proprio “terremoto” per la Movida notturna genovese ed un probabile anticipo di altre e dure contestazioni da parte della polizia locale ad altri locali della parte antica della città, accusati formalmente di causare quel disturbo della quiete pubblica che fa infuriare i residenti.

Gli agenti della polizia locale hanno consegnato le intimazioni a chiudere in anticipo a locali di via Canneto il Lungo, via delle Grazie, via san Donato e in piazza San Bernardo.
La prima notte di controlli ha accertato che i locali colpiti dal provvedimento hanno rispettato la chiusura e ieri sera, alla mezzanotte, hanno abbassato le saracinesche rispettando quanto imposto dalla polizia locale.

Nei provvedimenti consegnati ai titolari si parlerebbe di chiusura anticipata alla mezzanotte e divieto assoluto di vendere bevande e cibo sino alle 6 del mattino successivo e nelle giornate di sabato, domenica e nei giorni festivi.

Ovviamente soddisfatti i residenti delle zone interessate che da tempo protestano per il sonno disturbato e per il frastuono che arriva dalle strade ma non altrettanto i titolari dei locali che si difendono sostenendo di non poter controllare cosa fanno i clienti all’esterno del locale e di non considerare giusto il provvedimento di chiusura anticipata che genera un danno economico che si riservano di quantificare e dimostrare.
Quasi certa la reazione degli esercenti che potrebbero impugnare i provvedimenti con un ricorso anche in ragione del fatto che la Movida non ha fatto altro che spostarsi in altre zone aumentando la pressione del disturbo in altre vie e vicoli e aumentando di fatto il rischio di assembramenti.
Diverse raccolte di firme sono state avviate dagli stessi titolari dei locali per chiedere che i provvedimenti vengano ritirati e che il problema della Movida venga affrontato a 360 gradi e non con provvedimenti localizzati che probabilmente soddisfano pochi e creano altri e ben più gravi problemi.

Una battaglia che si combatte da decenni nel centro storico e che non ha ancora trovato una “soluzione” che tenga in considerazione le esigenze e i diritti di tutti.