ponte morandi tramontoGenova – Tornano a chiedere Giustizia e Verità i familiari delle vittime del crollo di ponte Morandi che, a quasi 4 anni dalla tragedia, ancora non intravedono un riconoscimento delle responsabilità.
In una lettera Egle Possetti, portavoce del comitato in ricordo delle vittime del ponte Morandi, racchiude tutta la tristezza e lo sdegno per l’evolversi della situazione.

“Nessuno pagherà……” – scrive Possetti – Così un’affermazione di agosto 2018 del signor Luca Bizzarri in merito alla tragedia del Ponte Morandi, espressioni di sdegno, espressioni di rabbia che non provengono solo da questa voce ma da molte altre, a quasi quattro anni di distanza dalla tragedia per una grandiosa campagna di “rinnovamento della società” con un nuovo AD, ora con nuovi soci, con la famiglia ex principale azionista che esce a tasche piene con i soldi degli italiani (tra l’altro ovviamente anche una parte delle tasse pagate dai famigliari delle vittime), con penose affermazioni che abbiamo sentito in questi anni..di “…nessuno poteva immaginare che fosse ridotto in queste condizioni….” Al contrario come emerge purtroppo, da anni le grandi criticità erano ben note, ed anche emerse in conversazioni telefoniche,…Nella campagna di restyling attuale tutto sembra tutto assumere nuovi colori, nuovi punti di vista…quasi di beatificazione di chi “purtroppo” non sapeva ed ora è distrutto per quello che è successo, nella realtà i punti di vista sono rimasti gli stessi….autovetture con i loro occupanti che volano in basso perché il ponte è venuto a mancare, altre persone che si vedono crollare in testa le macerie, tutti i 43 che non faranno più ritorno dalle loro famiglie.
Poi ci sono altri punti di vista: incuria, avidità, incompetenza, delinquenza, approssimazione, questi sono i complementi di questo punto di vista.
Noi speriamo che qualcuno possa pagare, speriamo che alcuni dei responsabili possano pagare, non siamo certi che nel nostro paese tutti i veri responsabili pagheranno, ma andiamo avanti per la nostra strada, crediamo nella giustizia e lotteremo fino alla fine, per il resto proviamo tanta delusione essendo consci, purtroppo, che questo evento voglia essere celato e nascosto sempre più fino a sminuirlo.
Ma quello che è successo, lo dobbiamo sapere tutti, è la solo la punta dell’iceberg, è un sistema che fermenta sotto questa tragedia e che neanche questo strazio ha minimamente intaccato.
La coerenza non è di questo paese, non è nel DNA nazionale, non è nelle scelte di chi serviva lo stato con compiti rilevanti e molto delicati e passa ad essere un top manager di società private, la coerenza non è neanche nelle parole di un attore comico, che riveste anche ruolo istituzionale nella città di Genova, che il giorno dopo la tragedia, essendo genovese, come tanti suoi concittadini si dichiarò indignato.
Oggi pare che l’indignazione sia passata ed anzi (se corrisponde al vero) questo attore possa diventare la voce di un podcast per il portale turistico di Autostrade, forse pro bono, ma non importa, anche se fosse gratuito ci sono tante associazioni, tante voci inascoltate che forse avrebbero bisogno della sua voce se fosse prestata gratuitamente, per un genovese la scelta di prestare la voce a questa società, anche se alcuni pensano che ora “sia un’altra cosa”, che sia cambiata, ecc….è a nostro modo di vedere di cattivo gusto. A nostro modo di vedere la scelta da parte loro di un genovese non è casuale e forse studiata a tavolino per minimizzare, per allontanare l’indignazione.
Noi rimaniamo inascoltati da quattro anni, concessione ceduta in barba ad ogni logica, disegni di leggi promessi e fermi al palo, ecc., forse avrebbe potuto prestare anche a noi la sua voce, per far risuonare i nostri gridi che non sono mai stati di dolore, che purtroppo ci portiamo dentro come un parassita, ma sono voci che invocano giustizia per chi non c’è più e rigore e prevenzione per chi come lui ancora c’è.
Le chiedo scusa Luca se le sue motivazioni hanno fondamenti di altro spessore, quello che percepiamo ora ci permetta di dire che ci delude”.