Genova – Nuova settimana di udienze, a Palazzo di Giustizia, per il processo per il crollo del ponte Morandi costato la vita a 43 persone e danni incalcolabili per la città e per la Liguria.
Il focus dei magistrati si concentrerà sul progetto di “retrofitting” che avrebbe potuto evitare la tragedia e sulla complessa serie eventi che hanno portato al rinvio dei lavori per effetto di scelte, documenti e relazioni che lasciano incredulo chi oggi esamina la storia del Ponte.
Molti gli imputati che vedono la loro vicenda giudiziaria collegata a questa parte della vicenda e che sfileranno sul banco dei testimoni per ricostruire il perché le varie unità, enti, aziende, uffici e comparti, abbiano avuto sui loro tavoli il progetto e le relazioni tecniche che parlavano di parti degradate “in modo impressionante” non abbiano verificato il progetto costringendo Autostrade per l’Italia e il Concessionario ad eseguirli con la massima urgenza o a chiudere il tratto autostradale palesemente pericoloso.
Il progetto prevedeva interventi di restauro e rafforzamento delle pile 10 e 9 (quella che ha ceduto) ma è passato di ufficio in ufficio senza poi partire.
I magistrati intendono chiarire il perché e di chi siano le responsabilità.