Calissano PaoloGenova – L’attore genovese Paolo Calissano, morto a Roma per un mix di farmaci, potrebbe essere stato derubato dal suo amministratore di sostegno. E’ la tesi accusatoria, da dimostrare, dell’indagine in cui è finito l’avvocato che negli ultimi anni seguiva l’attore e le sue finanze.
L’avvocato si trova agli arresti domiciliari perché indagato dal magistrato che segue il caso, di aver sottratto denaro a Calissano e ad altre persone amministrate. Un “buco” da oltre 800mila euro che ora i familiari dei presunti truffati vogliono ricostruire.
Gli inquirenti sospettano che l’amministratore abbia sottratto denaro dai conti correnti delle persone che amministrava – incaricato di aiutarli e sostenerli nelle necessità e nelle scelte economiche – trasferendo denaro dai conti degli amministrati sino ai suoi.
L’amministratore di sostegno è infatti una figura creata per aiutare le persone in difficoltà e che sono temporaneamente incapaci di provvedere in modo autonomo a far fronte alle spese, alle scelte quotidiane. Una figura chiave, ad esempio, nella tutela delle persone con disabilità temporanea o duraura.
Un incarico delicato che dovrebbe “affiancare” l’amministrato e non sostituirsi in tutto e per tutto o, peggio, compiendo scelte rischiose o economicamente non giustificate.
Eppure questa figura è sempre più spesso al centro di vicende giudiziarie e delicate questioni economiche che dovrebbero far pensare al legislatore ad una modifica delle attuali regole in chiave di maggiore garanzia delle persone deboli.
Secondo le accuse l’avvocato avrebbe giustificato gli ammanchi fornendo false fatture o documentazione incompleta ma la vicenda è ancora tutta da chiarire.