“Una taglia da 200.000 euro di denaro pubblico regalato ai cacciatori autorizzati al depopolamento, ovvero lo sterminio di cinghiali femmine in periodo riproduttivo e anche cuccioli”. E’ durissima la risposta delle associazioni ambientaliste Gaia Natura e Ambiente e Lav all’annuncio della delibera regionale che ha destinato fondi all’abbattimento (depopolamento) di cinghiali nelle aree attraversate dalla peste suina africana. Gli ambientalisti criticano la decisione di destinare oltre 3 milioni e 200 mila euro per sostenere gli ambiti di caccia in un periodo in cui si fatica a trovare le risorse per scuole ed ospedali.
Una “concessione” a Federcaccia – lamentano Lav e Gaia – a seguito delle lamentele per le difficoltà incontrate dai cacciatori che, oltre a dover usare misure di sicurezza degne di contagi ben più pericolosi, non possono nemmeno consumare in proprio la carne dei cinghiali che abbattono.
Secondo le associazioni ambientaliste sarebbe stata inviata una lettera nella quale esponenti del mondo venatorio chiedevano una “contropartita” per poter tornare a cacciare o economica o normativa nel senso di una liberalizzazione dell’auto consumo delle carni dei cinghiali cacciati.
Diversamente – secondo quanto avrebbero ricostruito gli ambientalisti – ci sarebbe stata un abbandono in massa delle licenze di caccia
“con il concreto rischio – si leggerebbe nella missiva – che, allorquando la popolazione di cinghiali comincerà a riconsolidarsi (come è avvenuto in tutti gli altri stati europei interessati dalla PSA), non avremo più nessuno che li possa contenere.”

Le associazioni GAIA Animali e Ambiente e LAV, delegazioni di Genova, rimarcano che la Regione Liguria e il commissario straordinario Vincenzo Caputo si confermano nuovamente “al servizio del mondo venatorio, dimostrando l’inefficienza nell’affrontare l’epidemia di PSA perseverando nella fallimentare politica delle catture e uccisioni, tramite gli agenti della Vigilanza Faunistica, e battute tramite i GOT, in sostanza cacciatori, nelle zone di restrizione I e II con conseguente dispersione dei cinghiali in altre aree, movimentazione di persone e mezzi, quindi espansione delle contaminazioni.
Le associazioni GAIA e LAV denunciano l’assenza di ascolto verso le associazioni animaliste e nemmeno di quella parte di comunità scientifica che propone da molto tempo interventi alternativi non cruenti, che con l’enorme quantità di finanziamenti elargiti al settore avrebbero avuto già dei risultati.
“Chiediamo a Vincenzo Caputo – scrivono gli ambientalisti – che fine hanno fatto i progetti per la sterilizzazione farmacologica attraverso farmaci immuno contraccettivi di cui annunciava il sostegno lo scorso anno? Per Ministero della Salute e Regione Liguria invece è meglio elargire denaro pubblico a coloro che hanno immesso e foraggiato i cinghiali per anni per puro divertimento, che potrebbero aver contribuito alla diffusione della Peste suina africana con il triste noto turismo venatorio nell’est europeo e che con la loro movimentazione, con difficile controllo sanitario, aiutano ad espandere”