Genova – Lo scorso anno sono stati ritrovati ben 10 nidi della terribile Vespa velutina sul territorio cittadino del Comune ma Palazzo Tursi non sembra particolarmente allarmato per la mancata distruzione della maggior parte dei nidi e la probabile invasione che si registrerà con l’arrivo della bella stagione. Lo indica il fatto che tra gli “animali critici” elencati sul sito del Comune non vi sia alcun riferimento alla vespa killer, lo lasciavano supporre le risposte “strampalate” dei rappresentanti dei Municipi interessati dai ritrovamenti e lo certifica la “risposta a Interrogazione a risposta immediata (ex art.54 del Regolamento)” inviata oggi alla consigliera comunale del Partito Democratico Donatella Alfonso che per prima ha raccolto le preoccupazioni di Cittadini e associazioni degli apicoltori, ed ha chiesto come intende affrontare l’emergenza il Comune.
La risposta lascia perplessi i riceventi ma anche i tanti Cittadini che si aspettavano “qualcosa di più” rispetto al ritrovamento di nidi del pericoloso calabrone asiatico vicino a scuole (in via Lodi a San Bernardino e in via Struppa), in vivai di Aster (via Struppa) ma anche vicino a campi sportivi frequentati da centinaia di bambini e ragazzi (via Mogadiscio, vicino ai campi del Baiardo) e, ancora, tra le case a Sestri Ponente dove le vespe hanno costruito un nido sotto ad un poggiolo di un condominio, o in via Stefano Castagnola dove il nido è cresciuto a pochi metri dalla facciata di un palazzo.
Il testo della risposta:
Gentile Consigliere,
la Vespa Velutina (quando si usano nomi scientifici il primo ha la maiuscola mentre il secondo nome no, ndr), comunemente nota come calabrone asiatico, è una specie invasiva che minaccia l’apicoltura e la biodiversità locale. Introdotta accidentalmente in Europa nei primi anni 2000, si è rapidamente diffusa in diverse regioni italiane. A livello istituzionale, la
competenza nella definizione e attuazione delle azioni di controllo e contrasto della Vespa
Velutina è regionale. La Regione Liguria è l’ente responsabile della gestione delle strategie
di monitoraggio, contenimento ed eradicazione dell’insetto e, per garantire un
coordinamento efficace sul territorio, ha affidato tali attività all’Ente Parco Naturale
Regionale delle Alpi Liguri, individuato come soggetto pubblico più prossimo alle aree
maggiormente interessate dall’infestazione.
Le azioni messe in campo, sotto la regia regionale, includono:
• Monitoraggio e mappatura della diffusione, coinvolgendo apicoltori, cittadini e
istituzioni locali
• Rimozione selettiva dei nidi, con interventi mirati per ridurre la popolazione
dell’insetto
• Sensibilizzazione e formazione, per informare la popolazione e gli operatori del
settore sulle modalità di riconoscimento e segnalazione
• Collaborazione con enti di ricerca e altre regioni, per sviluppare strategie di contrasto
sempre più efficaci
Queste iniziative, coordinate a livello regionale, hanno l’obiettivo di contenere la
diffusione della Vespa Velutina, proteggere la biodiversità ligure e tutelare le attività
economiche legate all’apicoltura, settore di grande rilievo per il territorio”.
“Sono perplessa, e anche preoccupata – fa sapere la consigliera Donatella Alfonso – a fronte di segnalazioni precise e puntuali da parte dei cittadini sulla diffusione dei nidi di vespa velutina in varie parti del territorio cittadino, e mentre una sorta di censimento è stato avviato, tramite i social, dalle associazioni degli apicoltori, è paradossale che il Comune di Genova, di fronte alla richiesta di sapere come affrontare il problema, si limiti a dire che il monitoraggio è stato delegato alla Regione Liguria, che ci saranno iniziative di sensibilizzazione e formazione, ma senza alcuna indicazione , e che la Regione stessa avrà la regia della riduzione dei nidi”.
“Peccato – prosegue Alfonso – che non si dica che la regia, affidata all’Ente Parco Naturale Regionale delle alpi Liguri, con sede a Rezzo, piccolo centro dell’alta Valle Arroscia, nell’Imperiese, metta a disposizione del genovesato una sola persona! Chi avvista un nido cosa fa, attende l’arrivo dell’addetto, impegnato chissà dove? E nel frattempo, cosa si sa della situazione cittadina, in vista della bella stagione? Risulta che in altre città siano state predisposte, ad esempio, trappole biologiche nei pressi dei nidi, per intercettare gli insetti. A Genova, al di là delle parole di maniera dell’assessora Bordilli, la risposta è pari a zero, o quasi. E la preoccupazione cresce”.
Cosa fare se si avvista una vespa velutina o un nido di vespa velutina
L’ente preposto alla distruzione e controllo della vespa velutina è il Parco Naturale delle Alpi Liguri ma i tanti volontari e apicoltori che seguono l’emergenza velutina consigliano di non segnalare solo al Parco la presenza del pericoloso insetto.
“Noi – spiegano gli Amici delle Api – suggeriamo di segnalare ANCHE alla nostra associazione tramite la nostra pagina Facebook, o via email (amicidelleapi@gmai.com) o tramite la pagina Vespa Velutina a Genova e Provincia per essere sicuri che la segnalazione venga poi seguita nella sua evoluzione. Noi rileviamo una grave carenza nel sistema adottato che non permette al segnalatore di avere poi informazioni circa ciò che avviene. Ovvero non sa se il nido viene poi eliminato e quando”.
E’ inoltre possibile segnalare nidi e presenza delle vespe alla Redazione di LiguriaOggi.it tramite la pagina Facebook, la mail (redazione@liguriaoggi.it) o via whatsapp, meglio con foto allegate, al numero 351 5030495
A Genova sono stati trovati anche questi nidi:
1) Nido di Sestri Ponente sotto un poggiolo (distrutto)
2) Nido di via Struppa nel vivaio Aster (distrutto)
3) Nido di via Struppa 2 – davanti civico 64 (nessuna informazione)
4) Nido di via Stefano Castagnola a Sturla (distrutto in modo non corretto)
5) Nido di via Mogadiscio – Sant’Eusebio (ancora presente)
6) Nido di via Lodi a Staglieno (rimosso da privati)
7) Nido di viale Teano a Quarto (nido scomparso)
8) Nido di via Romana della Castagna a Quarto (ancora presente)
9) Nido di Piazza Fontane Marose in Centro (rimosso)
10) Nido a Borgoratti (ancora presente)
Un pò di storia dell’arrivo della Vespa velutina
Questo insetto originario dell’Asia è diventato un problema crescente in Europa e dopo aver creato danni incalcolabili in Spagna e Francia, si sta rapidamente diffondendo anche in Italia (Liguria, Toscana e Piemonte).
In Liguria ha iniziato a colonizzare l’imperiese per ovvi motivi di vicinanza con la Francia, dove è presente da almeno 15 anni e via via è arrivata sino al Savonese.
Qui, curiosamente, si è fermata per poi apparire nello Spezzino, probabilmente con un “passaggio nave”.
Dopo aver conquistato tutto lo spezzino ha inziato ad avanzare in Toscana ma anche a “retrocedere” verso Genova dove è arrivata in provincia già lo scorso anno.
Come abbiamo letto sopra la Velutina si è diffusa nel Tigullio e ora ha superato l’ostacolo naturale del Monte di Portofino e punta diritta verso Genova.
In città era già stato trovato qualche esemplare ma non era mai stata trovata in grosse quantità e “in caccia”, nell’atto di predare le api.
Ora, invece, si ha conferma ufficiale, dalle associazioni degli apicoltori Alpamiele e Apiliguria, della sua presenza attiva in ValBisagno, nella zona di Molassana, via San Felice, San Giacomo, via Geirato, Pino Sottano e Pino Soprano ma anche a Levante, a Quarto e Quinto e persino nel centro cittadino con un nido trovato in piazza Fontane Marose.
Le segnalazioni si moltiplicano con attacchi agli alveari delle api allevate nella zona perché è il primo segno evidente del loro arrivo.
La vespa velutina, come i calabroni e le vespe comuni, alleva le proprie larve dando da mangiare insetti impollinatori (non solo api) catturati in volo.
Durante la bella stagione i nidi cresceno molto velocemente ed è probabile che il numero delle larve allevate sia molto numeroso. Per questo le vespe sono particolarmente “affamate” e cercano con insistenza grosse riserve di cibo che trovano negli apiari, gli allevamenti di api degli apicoltori.
E così sono proprio loro a “scoprire” per primi la presenza dei calabroni asiatici che, purtroppo, essendo una specie “aliena” non ha predatori e le api non hanno alcuna strategia difensiva per proteggersi.
Rispetto a quello del calabrone (vespa crabro), il nostro comune calabrone giallo e nero, la velutina caccia restando semplicemente a zampe aperte, volando davanti all’ingresso dell’alveare, dando le spalle all’ingresso. In questo modo cattura le api che tornano al nido, cariche di sostanze zuccherine con cui si ciba la predatrice e con il corpo dell’insetto nutre le larve che crescomo. Per le api, affaticate dal lungo volo, non c’è speranza di salvezza.
Un vero massacro perché, una volta scoperta la fonte di cibo, un gran numero di vespe velutine si affolla davanti alle arnie e cattura api “a ciclo continuo”
Le vespe velutine sono pericolose anche per le persone?
Una risposta semplice non esiste.
La vespa velutina è leggermente più piccola del nostro calabrone ma è molto più aggressiva e sembra che il suo veleno sia più potente.
Per questo, una persona allergica (spesso si scopre di esserlo con la puntura) può morire per shock anafilattico.
Ma è chiaro che l’aggressività delle velutine giochi un ruolo da non sottovalutare visto che un nido può ospitare migliaia di vespe e che se ne sono trovati attaccati ai poggioli dei palazzi (a Sestri Ponente) ma anche sotto terra, con grave pericolo per chi ha orti e giardini o coltiva la terra.
In Francia, ogni anno, si registrano decessi per la puntura della velutina e si interviene rapidamente se i nidi vengono trovati vicino a scuole e luoghi frequentati come parchi e giardini pubblici. Possiamo quindi immaginare che non si tratti di animali da sottovalutare.
Secondo il sito ufficiale Stop Velutina la puntura di 8-10 vespe può portare un uomo di robusta costituzione in ospedale e occorre tenere presente che un nido di Vespa Velutina può ospitare migliaia di esemplari.
Non è solo un problema per gli apicoltori
Oltre al rischio per la salute, specie per i bambini, la vespa velutina rappresenta un grave pericolo per la biodiversità.
Non ha predatori in Europa e le api non hanno alcuna strategia difensiva se non quella di smettere di volare fuori dall’alveare. Questo porta alla morte della colonia di api per fame.
La scomparsa delle api comporterebbe la scomparsa dalle nostre tavole del 60-70 % dei prodotti.
La frutta, la verdura e molti dei nostri cibi dipendono direttamente dall’impollinazione delle api e senza api scomparirebbero.
Cosa può fare ognuno di noi: il Trappolaggio Mirato
Per affrontare questa minaccia, è importante adottare un approccio responsabile. Il trappolaggio mirato può essere un metodo utile. Tuttavia, è essenziale farlo in modo ecologico e rispettoso dell’ambiente. Ecco un suggerimento:
Trappolaggio con Bottiglie di Birra:
Il più semplice sarebbe andare al primo negozio di agricola e acquistare i tappi per le bottiglie che vi allego in foto sotto.
– prendete una bottiglia di plastica
– Tagliate il collo della bottiglia e invertitelo all’interno, in modo che sembri un imbuto.
– Sigillate la giuntura con nastro adesivo e posizionate la bottiglia all’esterno.
– riempite la bottiglia con metà birra (peroni Moretti perfette, basta che siano sotto i 5 gradi)
– Le vespe saranno attratte dalla birra , ma faticheranno a uscire, finendo per annegare.
Trappolaggio con colla per Topi (Vischio)
Il vischio è un metodo tradizionale per il trappolaggio dei topi. Tuttavia, si consiglia di effettuare questa pratica con responsabilità. Gli scarti di pesce possono essere usati come esca ma attenzione a dove collocate le trappole.
Esiste infatti il pericolo che il prodotto attiri gatti e altri piccoli predatori che resterebbero intrappolati.
Sarebbe meglio posizionare le trappole in luoghi non raggiungibili da questi animali o protetti da gabbie o appesi a rami.——————————————————————————————————
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