Genova – Ha sfidato la nuova normativa varata dal Governo Meloni e dirige verso Trapani la Mediterranea Saving Humans che aveva ricevuto ordine di far rotta verso Genova considerato “porto sicuro” secondo le nuove disposizioni.
Colpo di scena nella vicenda del salvataggio di naufraghi davanti alle coste libiche che vede protagoniste alcune navi di organizzazioni umanitarie che solcano il tratto di mare Mediterraneo con o scopo di soccorrere e salvare vite umane.
La nave trasporta una decina di naufraghi, in larga parte Migranti e profughi di zone di guerra e – stando alla nuova normativa varata dal Governo Meloni – avrebbe dovuto percorrere miglia e miglia di mare per raggiungere Genova che, sulla cartina geografica, è uno dei porti più lontani dai luoghi dove avvengono i salvataggi.
Secondo le ONG un modo per ostacolare la missione umanitaria delle ONG mentre secondo il Governo un modo per “razionalizzare” gli arrivi ed organizzarli secondo le possibilità organizzative.
Un braccio di ferro che va avanti dall’approvazione della norma, già contestata da molti esperti di diritto internazionale, tra le ONG che armano le navi per salvare naufraghi e profughi e il Governo centrale che sostiene che, laddove la norma internazionale prevede l’obbligo di sbarcare i naufraghi nel “primo porto sicuro” non si debba intendere, come sempre stato e come suggerisce la logica, il porto più vicino al luogo del naufragio e con la possibilità di garantire sicurezza e protezione alle vittime del naufragio, bensì quello che lo Stato italiano indica.
Dopo numerose proteste di altre ONG, per il fatto di dover prolungare le sofferenze e i disagi per i naufraghi (in presunta violazione del diritto internazionale) e per il fatto di dover restare troppo a lungo lontane dai luoghi dove potrebbero salvare altre vite la ONG Mediterrana Saving Humans ha deciso di violare gli ordini del Viminale e di dirigere verso il porto di Trapani.
(Foto di Archivio)