Genova – Appena appresa la decisione della direzione di Fincantieri di trasferire due impiegati iscritti alla Fiom dallo stabilimento di Riva Rigoso, sulla riviera ligure, a Monfalcone e Ancona, i lavoratori sono letteralmente insorti. E nel pomeriggio hanno improvvisato uno sciopero di tre ore, dalle 13 alle 16, bloccando la portineria della sede di Riva Trigoso.
“Si tratta di una vera e propria rappresaglia – ha dichiarato Sergio Ghio segretario comprensoriale della Fiom – sono due trasferimenti punitivi: uno a Monfalcone, uno ad Ancona. Sono punitivi perché i due erano intervenuti in assemblea. Atteggiamenti d’altri tempi”.
Ma la direzione della ditta non ci sta e replica al sindacato come, in realtà, questi trasferimenti non abbiano nulla a che fare con le inclinazioni politiche dei singoli lavoratori e rimanda al mittente le accuse della Fiom stigmatizzando come strumentale e tendenzioso interpretare in chiave politica ogni decisione strategica dell’azienda.
“Fincantieri non fa che applicare quanto prevede il contratto – ha dichiarato la direzione – Gli impiegati di progettazione, come nel caso specifico, per le loro competenze professionali possono essere trasferiti da uno stabilimento a un altro. Sarebbe strano che questo non avvenisse in un gruppo che in Italia conta circa 7.700 dipendenti e 8 cantieri. Troviamo quindi alquanto anomalo che ci sia tanta risonanza per un atto di normale gestione aziendale. Ci sembra di cattivo gusto che episodi di normale gestione aziendale vengano cavalcati per chiari fini politici. Il problema di Fincantieri, infatti, non è la mancanza di lavoro, ma la scarsa produttività che, in definitiva, è il vero problema del Paese, come riconosciuto dagli stessi sindacati”.