Roma – Bersani, Bindi, Cuperlo, Lattuca, D’Attorre, Giorgis, Pollastrini, Agostini, Meloni e Fabbri: 10 esponenti del Pd Tutti estranei all’area renziana del partito, tutti da sempre molto critici sull’Italicum 2.0 atteso il 27 aprile in Aula alla Camera. E tutti appena “cacciati” dalla Commissione Affari Costituzionali.
La notizia, ratificata dall’ufficio di presidenza del gruppo Pd, era annunciata da giorni e conferma come, sulla riforma della nuova legge elettorale, il Premier Matteo Renzi sia più che mai convinto a non concedere nulla al dissenso interno al Partito Democratico.
Ma anche se fonti della stessa minoranza Dem sottolineano che la sostituzione dei 10 parlamentari dissidenti del Pd non sarebbe una forzatura non sarebbe stata votata dall’ufficio di presidenza che si è limitato ad attuare quanto deciso dall’assemblea dei deputati di mercoledì scorso, in realtà è comunque destinata ad invelenire ulteriormente il clima sull’Italicum con la minoranza Pd che, a partire dallo stesso Cuperlo la definisce in ogni caso “un fatto molto serio” e avverte che se Renzi optasse la fiducia darebbe luogo ad uno “strappo” che “metterebbe a rischio la legislatura”.