Roma – Finalmente, dopo infinite polemiche e rinvii, oggi gli uffici di presidenza di Senato e Camera hanno dato l’ok alla delibera che taglia i vitalizi ai parlamentari condannati in via definitiva per reati gravi.
Ma la decisione, che non è stata, appunto, presa in Aula, ma direttamente dagli uffici di presidenza dei due rami del Parlamento, ha scontentato molti e suscitato una ridda di proteste.
La delibera, che cancella il diritto a percepire il vitalizio per i parlamentari che subiscono una condanna definitiva a più di 2 anni per reati di mafia, terrorismo, contro la Pubblica Amministrazione e a più di 6 anni per altri come la frode fiscale, non sarebbe applicata automaticamente a tutti, Ma prevede che si valuti caso per caso. Ovvero, verrà valutato e analizzato ogni singolo caso, tenendo presente, per ogni politico, mille variabili, e si deciderà, ogni volta, se sarà il caso di applicare la delibera ed esonerarlo dal privilegio previdenziale o se si potrà ‘graziarlo’.
Il vitalizio, che in parole semplice non è altro che la pensione (altissima) per gli anni in cui si è seduti a Montecitorio e Palazzo Madama, risulterebbe però abolito per le legislature future, per tutti incondizionatamente, sia condannati che non.