Roma – L’incendio che nella notte tra mercoledì 6 e giovedì 7 maggio è scoppiato all’interno dell’aeroporto di Fiumicino devastando quasi 1000 mq del Terminal 3 che sono stati divorati dalle fiamme in poche ore, sarebbe partito da un condizionatore portatile. Del resto questa era stata l’ipotesi più gettonata nelle indagini della prima ora, accantonata però dopo che alcuni testimoni avevano dichiarato di aver visto il primo fuoco provenire da un frigorifero.
Adesso però l’ipotesi che sia stato il piccolo impianto di condizionamento a scatenare il rogo che ha causato pesanti disagi allo scalo romano, ripercuotendosi, con un effetto domino, su tutto il traffico aereo, torna in primo piano.
Le fiamme, divampate in una stanza tecnica adiacente a quella del bar dal quale una dipendente ha avvistato la nube di fumo dal controsoffitto dando l’allarme alle forze dell’ordine, si sarebbero poi propagate lungo l’impianto elettrico. Ora gli investigatori ascolteranno una seconda volta gli operai che il pomeriggio di mercoledì avrebbero azionato il condizionatore portatile, che era già presente nella stanza. E resta da accertare anche perché l’impianto fosse lì e se ultimamente fosse stato eseguito qualche tipo di intervento. Intanto sono in corso verifiche anche sulle condizioni degli impianti antincendio, dei piani di evacuazione e del posizionamento dei rilevatori del fumo. Nei prossimi giorni, forse già domani, dovrebbe essere pronta l’informativa in merito dei Vigili del Fuoco per la Procura.