Roma – Essere troppo gelosi nei confronti del partner può costare una condanna per maltrattamenti. Lo dice una sentenza della Cassazione che indica, come comportamenti “vietati” il sospetto continuo di tradimento, la sorveglianza del telefono cellulare per leggere messaggi ed email e persino la richiesta ossessiva di sottoporre i propri figli al test del Dna.
Vita difficile, quindi, per mariti e fidanzate gelose perchè, da domani, potrebbero essere denunciati per maltrattamenti e rischiano una condanna penale.
Il principio è stato stabilito nella sentenza n. 20126/15 pubblicata il 14 maggio dalla sesta sezione penale della Suprema Corte.
I giudici hanno infatti accolto il ricorso di un Pm che chiedeva l’annullamento di una decisione della Corte d’appello di Palermo che ha assolto un uomo accusato di maltrattamenti in famiglia per aver perseguitato la moglie con la sua gelosia.
L’uomo era convinto che la moglie lo tradisse e la seguiva ovunque e le controllava il telefono cellulare alla ricerca delle prove del tradimento. Un comportamento che era sfociato addirittura nella richiesta di sottoporre i figlia al test del Dna per confermare o meno il fatto che fosse lui il padre.
La Cassazione ha accolto il ricorso e ordinato che il processo all’uomo venga ripetuto. In particolare verrà esaminata la condotta dell’uomo super geloso e i danni provocati alla moglie dal comportamento ossessivo che ha portato la donna anche a lasciare il suo lavoro di hostess a bordo degli aerei.
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