La Spezia – Reti da pesca ingombre di fango e alghe morte. L’allarme dei pescatori della zona di Portovenere resta alto e nonostante le rassicurazioni delle autorità, chi vive della pesca lamenta i gravi danni alla propria attività per la presenza di un fenomeno che non è ancora stato spiegato.
“Abbiamo cambiato decine di punti di pesca – denunciano i pescatori – ma restando nella zona di Portovenere la situazione è sempre la stessa: quanto raccogliamo le reti le troviamo sporche di fanghiglia e alghe morte e tutto questo non è mai successo prima”.
I controlli della Guardia Costiera sembrano escludere qualsiasi forma di inquinamento anche se i campioni devono ancora essere analizzati ma il popolo della Pesca continua a denunciare episodi davvero “strani”.
C’è chi punta il dito sui dragaggi nel porto di La Spezia e chi invece ricorda l’incidente della nave che doveva portare al largo i fanghi recuperati dal fondale.
Il timore è che il sedimento del fondale venga in qualche modo smosso e che vada ad intorpidire l’acqua e rendere melmoso lo strato vitale di acqua marina in cui vivono pesci e animali vari.
I pescatori vorrebbero veder intervenire i subacquei delle organizzazioni di ricerca sottomarina, gli unici in grado di valutare lo stato di salute del mare e di denunciare eventuali inquinamenti da attività umana.
A chiederlo anche i Parchi e le Riserve Marine che vorrebbero lanciare una campagna di monitoraggio dei fondali per escludere ogni ripercussione dei dragaggi e bloccare in tempo operazioni che potrebbero cancellare la vita sottomarina di una zona particolarmente delicata, e per questo protetta, del Mar Ligure.
Preoccupazione anche per gli allevamenti di mitili poichè gli organismi filtranti sarebbero i primi a risentire della presenza di fanghi sospesi egli effetti sulla produzione potrebbero essere disastrosi.