I pazienti sono stati divisi in due gruppi: al primo è stato somministrato un placebo, all’altro la ‘pillola della bontà’. A tutti è stato poi chiesto di prendere parte a un gioco che prevedeva la divisione di denaro a favore di un destinatario anonimo: è emerso che coloro che hanno assunto il farmaco si mostravano più equi nella suddivisione dei soldi con gli sconosciuti e più sensibili rispetto alle ingiustizie sociali.
Gli esperti stanno cercando il modo di sfruttare questa pillola per il trattamento di malattie mentali invalidanti quali la schizofrenia o le dipendenze. “Del resto la compassione è connaturata all’uomo”, spiegano gli scienziati. “Grazie a questo sentimento il genere umano è riuscito a sopravvivere e ad evolversi, prima ancora di imparare a parlare. Sapevate che gli Australopitechi trasportavano anche su lunghe distanze dei sassi la cui forma era del tutto simile a quella del volto di un bambino?”.
Fabio Tiraboschi