Roma – Ti piacerebbe vedere delle piattaforme petrolifere in alcuni dei paesaggi marini più belli d’Italia? Fare una nuotata vicino a un pozzo? Ti faresti un selfie con dei gabbiani sporchi di petrolio? Sono le domande provocatorie lanciate da Greenpeace nell’ambito della petizione contro l’installazione di trivelle nell’Adriatico per la ricerca di petrolio. La notizia, passata nel silenzio, apre nuovi scenari nel rapporto eternamente conflittuale tra ecologia e sfruttamento.
Il Ministero dell’Ambiente ha sbloccato, nonostante il parere contrario di Regione Puglia e degli enti locali, tre provvedimenti per la ricerca di petrolio in Adriatico attraverso la tecnica ‘air gun’. “Tecnica – fa notare il parlamentare di Sel Nicola Fratoianni – che il governo ha voluto eliminare dagli ecoreati. Si tratta del primo regalo dello “Sblocca Italia”, il frutto avvelenato che ammutolisce le comunità locali e ristora le lobby del petrolio”, rincara Fratoianni. Le aree interessate dalle trivellazioni sono fra Polignano a Mare, incantevole borgo nel sud barese, e Brindisi. Altri pozzi di ricerca e produzione sono stati autorizzati sia nel Canale di Sicilia che in Adriatico; e nuove aree sono state concesse per la ricerca di greggio e gas.
Il governo punta infatti a raddoppiare la produzione di idrocarburi, arrivando a 24 milioni all’anno di barili entro il 2020. Inoltre, toglie alle Regioni il potere di veto sulla ricerca e sulla trivellazione di giacimenti di petrolio e di metano. “Sono convinto che non vi possa né debba esserci antagonismo fra ambiente e sviluppo, anche su un tema delicato come quello delle ricerche di idrocarburi” – spiega il Ministro dell’Ambiente, Gian Luca Galletti. “La strategia economica prevede il rafforzamento della sicurezza e l’indipendenza dell’approvvigionamento nazionale, con una riduzione di circa 14 miliardi l’anno di acquisti energetici dall’estero”. La partita è aperta e le polemiche infuriano. Michele Emiliano, neo governatore della Regione Puglia, conferma e ribadisce la decisione di impugnare dinanzi alla Corte Costituzionale il decreto del governo che autorizza le trivellazioni, “una minaccia per pesca, turismo e qualità delle acque”. Una storia di ambiente e veleni che è solo all’inizio.
Fabio Tiraboschi