Washington (USA) – Voleva scatenare una nuova Guerra Civile, Dylann Roof, 21 anni, il fanatico razzista che ha fatto strage di persone di colore nella chiesa di Charleston.
Il ragazzo pensava che il suo intervento armato avrebbe scatenato una rivolta interrazziale che avrebbe condotto a gravi conseguenze tutti gli Stati Uniti dove, invece, la stragrande maggioranza delle persone convive in pace ed armonia senza neppure pensare al colore della pelle del vicino di casa.
Roof, alcuni precedenti per droga e comportamenti asociali, si era convertito da tempo a posizioni estremiste anti neri e indossava regolarmente magliette inneggianti alla segregazione razziale e agli Stati Confederati che, nel Sude dell’America latifondista, aveva combattuto per il mantenimento della schiavitù nei campi.
Nessuno in famiglia si era preoccupato per quella crescente rabbia verso i “diversi” ed anzi, per il suo compleanno il padre gli aveva regalato una pistola. Quella stessa arma che il ragazzo ha usato per uccidere 9 persone ricaricandola per ben 5 volte.
Una grave sottovalutazione della pericolosità del giovane che, insieme alla estrema facilità con cui si può acquistare un’arma negli Stati Uniti, è stata miscela esplosiva per la tragedia.
Il presidente Obama, molto vicino al predicatore morto nella chiesa di Charleston, si è infuriato contro il Congresso che sarebbe incapace di legiferare per porre un freno alla diffusione delle armi.
Una legge che avrebbe quantomeno reso più difficile trovare un’arma al giovane razzista convinto che l’America sia caduta “in mano ai neri”.