Genova – Ventiquattro ore di sciopero per chiedere maggiore sicurezza sul lavoro e un’indagine approfondita su quanto avvenuto sabato sera a Ponte Etiopia dove un marittimo filippino di 60 anni è morto dopo essere stato colpito alla testa da un cavo d’acciaio che stava recuperando con un argano.
Il Porto di Genova si ferma e i lavoratori incroceranno le braccia per protestare contro le tragiche morti che ancora avvengono negli scali italiani e che, secondo i sindacati, potrebbero essere evitate con il rispetto delle norme di sicurezza e con orari di lavoro meno stressanti e che indurrebbero a commettere errori che, in alcune fasi delicate, possono causare incidenti mortali come quello avvenuto sabato a Ponte Etiopia.
Intanto prosegue l’indagine sul decesso del marittimo filippino e la magistratura avrebbe già indagato ben 4 persone.
Sequestrate le attrezzature e nominati periti che esamineranno quanto avvenuto per verificare se siano state rispettate o meno tutte le norme di sicurezza e se la vittima indossasse o meno l’abbigliamento protettivo come ad esempio il caschetto.