Genova – Stop ai tutor in autostrada. E’ quanto ha deciso la Corte d’Appello di Roma a proposito della vicenda giudiziaria che ha visto Autostrade per l’Italia scontrarsi con la Craft, società fiorentina titolare del brevetto per il sistema di controllo di velocità.
Secondo i giudici, che hanno accolto la tesi dell’azienda toscana, Autostrade per l’Italia avrebbe violato un brevetto installando il sistema di controllo medio della velocità. Lo scorso 10 aprile è arrivata la sentenza definitiva con l’obbligo di rimozione e distruzione delle apparecchiature presenti sulla rete autostradale.
Varchi spenti, dunque, sulla A26 Genova Voltri – Gravellona Toce e sui tratti della A7 tra Bolzaneto e Serravalle Scrivia. Tutor rimossi anche in A10 nel tratto tra Celle Ligure ed Albisola, interessato troppo spesso da incidenti, anche mortali, imputabili all’alta velocità.
A proposito della decisione della Corte d’Appello, Polizia Stradale e Autostrade per l’Italia, attraverso un comunicato, hanno spiegato che continueranno, ciascuna per gli obblighi specificatamente imposti dalla legge, ad avere cura della sicurezza e della incolumità dei cittadini che viaggiano in autostrada il che, tradotto nella pratica, significa un ritorno all’autovelox ed ai tele laser per il rilevamento della velocità.
Secondo la Corte, infatti, Autostrade per l’Italia non ha alcun obbligo di installare sistemi di rilevazione della velocità, verifica che spetta alla Polizia Stradale, ed è per questo che la Corte d’Appello non ha ritenuto Autostrade per l’Italia legittimata ad ottenere la sospensione dell’esecuzione della sentenza del 10 aprile scorso.
“La tutela della sicurezza stradale è in capo alle istituzioni preposte. Polizia Stradale e Autostrade per l’Italia stanno lavorando per l’attivazione in via sperimentale del nuovo sistema SICV e PM, approvato con provvedimento del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti n 3338 del 31 maggio 2017“.