Genova – Frammenti di microplastiche anche all’interno dell’apparato digerente degli esseri umani. Per la prima volta viene confermato da una ricerca scientifica il “sospetto” avanzato da molti scienziati preoccupati per l’enorme diffusione della plastica nell’ambiente marino. Una ricerca della Federal Environmental Agency (UBA) e della MedUni di Vienna ha evidenziato la presenza di micro frammenti di plastica anche nelle feci di un campione di volontari che sono stati esaminati per accertare se il consumo di pesce e altri alimenti “a rischio” contaminazione da microplastica possa causare o meno il passaggio di tali materiali inquinanti anche all’interno del corpo umano.
Un sospetto già presente negli allarmi di molti scienziati e ricercatori ma che non era mai stato provato da evidenze scientifiche che oggi, invece, sono state confermate.
L’allarme dei ricercatori è legato alle sostanze contenute nella plastica e che possono accumularsi negli organi interni generando effetti sulla salute umana che devono essere ancora accertati e verificati ma che potrebbero essere molto gravi. Le successive fasi della ricerca accerterà se i microframmenti trovati nell’apparato digerente ed in particolare nell’intestino, riescono ad attraversare le membrane che permettono agli esseri umani di assorbire le sostanze nutrienti dal materiale ingerito.
Le ricerche hanno già evidenziato la presenza di plastica negli organismi come le meduse e i pesci ed era abbastanza prevedibile il passaggio dal pesce agli esseri umani che li consumano ma ora il sospetto è stato confermato.