Genova – Botta e risposta tra l’assessore regionale alla Caccia, Stefano Mai e le associazioni ambientaliste ed Enpa. Dopo il caso dell’uccisione di alcuni cuccioli di cinghiale catturati con speciali gabbie a Bergeggi, l’assessore respinge le accuse di aver agito in modo difforme dalle normative e accusa le associazioni ambientaliste di non conoscere le leggi.

“In nessuna occasione si possono rimettere in natura i cinghiali catturati – ha risposto Mai –  Non darò mai più importanza alla vita di un cinghiale rispetto a quella di un uomo, o rispetto al lavoro di un’azienda agricola”.

“A chi cita a sproposito le leggi nazionali 157/1992 e 221/2015 – continua l’assessore – ribadisco che la situazione è chiara. Non solo esistono le leggi, ma ci sono indicazioni molto chiare di Ispra, l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale che dipende dal Ministero dell’Ambiente, che vietano qualsiasi rilascio di cinghiali in natura”.

Così, infatti, scrive Ispra in una comunicazione a Regione Liguria del 20 luglio 2016, a seguito di una richiesta di parere avanzata dopo le modifiche che nel 2015, con la legge 221/2015, furono apportate alla legge 157/1992: “Secondo quanto riportato nelle linee guida per l’immissione di specie faunistiche… protette da questo Istituto, con il termine “immissione” si deve intendere il trasferimento e il rilascio, intenzionale o accidentale, di una specie in natura. Un’immissione intenzionale è indicata con il termine “traslocazione”. Pertanto, la cattura di cinghiali a vita libera (anche in casi in cui gli individui frequentino aree antropizzate/urbanizzate) ed il loro successivo rilascio in natura, ovvero in qualunque ambito privo di recinzioni che ne permettano un’efficace contenimento e ne limitino la libera circolazione sul territorio, rappresenta un’immissione e come tale – alla luce della normativa sopra richiamata – si ritiene che vada esclusa in ogni contesto ambientale”.

“Quindi si parla di una situazione ben chiarita – puntualizza ancora l’Assessore Mai – Suggerisco a Enpa Savona di attenersi alla normativa vigente prima di intervenire con comunicazioni fuorvianti che possono indurre in errore i cittadini. L’operato di Regione Liguria è stato ed è nel pieno rispetto delle leggi. Oggi un cinghiale catturato, o viene portato in una struttura recintata che ne permette il contenimento, o deve essere abbattuto”.

“Voglio ricordare ancora una volta – prosegue l’assessore – che il cinghiale è una specie che si trova in condizione di fortissima sovrappopolazione e con un tasso di crescita repentino. Bisogna intervenire per contenerlo perché rappresenta una fonte di enormi danni all’agricoltura, all’allevamento e alle aziende turistiche, nonché un problema per l’ambiente, mettendo a rischio la ricchissima biodiversità ligure. Ma soprattutto il cinghiale oggi rappresenta un pericolo per l’incolumità pubblica. Il livello di incidenti tra uomo e cinghiale è in costante aumento. Ci tengo a precisare che la tutela dell’incolumità pubblica e delle aziende è il mio primo interesse”.

“Ringrazio il personale esperto del corpo di vigilanza di Regione Liguria – conclude l’assessore – che con grande professionalità si impegna costantemente nel risolvere i problemi segnalati da aziende agricole, comuni o singoli cittadini. Talvolta anche a fronte di comportamenti incomprensibili e gravissimi, come chi alimenta animali selvatici e in primo luogo i cinghiali”.