Chiavari – Novanta giorni. E’ quanto ha chiesto il super esperto di esami del DNA per fornire le risposte agli inquirenti che potrebbero risolvere il caso dell’omicidio di Nada Cella, la ragazza trucidata nello studio di un commercialista 25 anni fa, a Chiavari.
Il super esperto, lo stesso che ha individuato il profilo genetico di “Ignoto 1” nel caso dell’omicidio di Yara Gambirasio, analizzerà alcuni oggetti trovati nello studio di Marco Soracco e inizialmente non presi nella dovuta considerazione da parte degli inquirenti come alcuni bottoni che non facevano parte dell’abbigliamento indossato dalla vittima ma che, invece, erano stati trovati nell’abitazione della nuova indagata per l’omicidio, una donna che oggi ha 53 anni e che nel 1996 frequentava il commercialista Marco Soracco, ne era probabilmente invaghita e poteva nutrire nei confronti della ragazza uccisa un sentimento di gelosia.
Sulla nuova pista è arrivata una criminologa che ha esaminato uno ad uno i documenti delle indagini scoprendo che in casa della nuova indagata erano stati trovati alcuni indumenti che avevano i bottoni trovati sul luogo del delitto.
La donna era entrata velocemente nelle indagini per poi uscirne e il particolare dei bottoni era stato incredibilmente “scartato” dalle possibili piste.
La donna si era poi trasferita in Piemonte poco dopo il delitto, era diventata insegnante ma era poi stata allontanata dal servizio per un problema disciplinare.
A tutti gli effetti, al momento, è una persona libera e non è stata arrestata ma si indaga su di lei come su altre piste.
Se il genetista confermerà la presenza di DNA della donna sui bottoni e su alcuni oggetti trovati sul luogo del delitto, la donna potrebbe essere arrestata e i dubbi su di lei potrebbero farsi più pesanti.
A imprimere la svolta nelle indagini e a portare ad un eventuale clamoroso finale è il progredire della scienza e delle tecniche di indagine sul DNA ed in particolare sulle tecniche che consentono di esaminare quantitativi infinitamente piccoli di materiale genetico.
Al tempo delle prime indagini queste tecniche non erano disponibili e quindi il progresso in questo campo potrebbe essere oggi risolutivo.