Cavalli selvaggi aveto
Santo Stefano d’Aveto (Genova) – Nessun segno di colpi di arma da fuoco sui due cavalli trovati agonizzanti e poi morti in località Squazza, nel comune di Borzonasca, in valle Sturla. E’ l’esito dell’autopsia condotta a Torino sulle carcasse dei due animali morti tragicamente ed in circostanze ancora da chiarire.
La vicenda risale al 29 gennaio scorso quando due cavalli morirono in tragiche circostanze e la presenza di fori sul corpo di uno dei due aveva fatto scattare il sospetto che potessero essere stati presi a fucilate.
Nella zona, infatti, è in corso una diatriba pluriennale per la presenza di un branco di cavalli selvatici nati da esemplari abbandonati e re-inselvatichiti.
Il referto dell’autopsia sui due cavalli deceduti ha rivelato che entrambi gli animali presentavano traumi interni molto gravi compatibili con un evento traumatico da impatto (suolo o autoveicolo).
È stato effettuato anche l’esame del DNA su tamponi prelevati dal corpo della femmina per verificare eventuali predazioni. Il DNA rilevato è risultato corrispondente a quello di un cane e non di un lupo.
I fori sul corpo della femmina non sono risultati compatibili con dei proiettili e quindi non si è trattato di un “incidente di caccia” o, peggio, di una uccisione intenzionale con fucili.
All’epoca dei fatti una veterinaria accorsa sul posto aveva invece parlato di segni potenzialmente riconducibili a colpi di arma da fuoco.

(nella foto i segni che avevano creato dubbi)

cavalla morta squazza Borzonasca segni sul corpo

Esprime soddisfazione per l’esito della vicenda l’assessore  all’agricoltura Alessandro Piana, vice presidente della Regione Liguria.

“Benché continui a rimanere rammaricato per la morte dei due cavalli dell’Aveto – spiega Piana – esprimo soddisfazione per la risoluzione del caso. Nessuno sparo da arma da fuoco, ma lesioni da evento traumatico associato a potenziale predazione. I risultati dell’autopsia chiudono un capitolo amaro in cui sono state strumentalizzate le criticità della zona”.

“Finalmente, dopo decenni di immobilismo – prosegue – questa amministrazione sta lavorando per cercare una soluzione ai problemi di incolumità pubblica e per la salvaguardia delle coltivazioni nella zona, tutelando allo stesso tempo il benessere di questi esemplari di cavalli liberi. Non ho mai nutrito dubbi sull’infondatezza di certe accuse provenienti da alcune frange dell’opinione pubblica: ora è tempo di ritrovare la compattezza e lavorare tutti nella stessa direzione per il bene del territorio”.