Istanbul (Turchia) – In vendita il palazzo del governatore genovese di Galata, il quartiere che ospitò l’avamposto della Superba sullo stretto del Bosforo e sul Mar Nero. Dopo decenni di degrado e abbandono, lo storico palazzo – contemporaneo di Palazzo San Giorgio a Genova – viene venduto e potrebbe essere trasformato in un albergo o persino abbattuto per costruire un nuovo edificio. A segnalarlo Alessandro Ravera, profondo conoscitore della storia genovese, guida turistica e viaggiatore, appunto, a Istambul.
Se la Torre di Galata – costruita nello stesso periodo – è stata trasformata in monumento ed è visitata ogni anno da decine di migliaia di persone – il palazzo del Governatore genovese di ha passato periodi migliori ed è caduto in disgrazia sino alla recente decisioni di essere venduto al miglior offerente.
Il prezzo di vendita, riportato dai giornali, sarebbe di 6 milioni di euro (circa) e ciò dimostra il valore attribuito all’edificio, soprattutto per la zona in cui sorge, in pieno centro e a breve distanza dai quartieri più frequentati dai turisti.
All’epoca della costruzione – durante l’impero romano d’oriente – l’avamposto di Galata era in tutto e per tutto un territorio genovese a Costantinopoli, l’odierna Istanbul, e godeva di extraterritorialità e di autonomia quasi totale poiché, di fatto, rappresentava gli interessi della Repubblica di Genova in quella zona.
La sua posizione strategica, sullo stretto attraversato dai traffici di merci, garantiva il controllo delle navi di passaggio e dei loro commerci/affari.
Galata/Pera continuò a vivere in un regime di semi autonomia anche dopo la conquista ottomana – il cosiddetto “Régime delle capitolazioni” che garantiva particolari diritti di extraterritorialità a varie comunità presenti a Costantinopoli
Nell’800 l’area attorno al Ponte di Galata è diventata il centro finanziario di Istanbul e dall’altra parte del ponte a Eminonu c’erano le banche istituzionali, da quella di Galata – cioè Karakoy – una pletora di banche che rivoluzionarono la zona bassa della collina, non a caso oggi chiamata Bankalar Caddesi (la via delle banche).
In quell’occasione il terreno venne leggermente rimodellato e metà del Palazzo abbattuto e ricostruito.
Sia detto che, per ironia della sorte, negli stessi anni – siamo a cavallo tra Otto e Novecento – anche Palazzo San Giorgio stava per fare la stessa fine, con una campagna stampa che chiedeva l’abbattimento dell’avancorpo medievale per avere una strada più larga e veicolare che collegasse Caricamento al levante . Probabilmente è durante la campagna per salvare l’avancorpo che qualcuno tirò fuori l’idea che ci fosse stato prigioniero Marco Polo, cosa improbabile ma non impossibile, anche se i prigionieri di guerra del Duecento erano tenuti al Molo.
Torniamo a Istanbul: con la fine dell’Impero, lo spostamento della capitale e le more della guerra greco turca, Istanbul ridimensionò la sua dimensione finanziaria e i palazzi della zona di Galata vennero in gran parte abbandonati (anche attorno ad Eminonu fino a dieci anni fa c’erano splendidi relitti eclettici o Liberty, ma oggi la maggior parte sono stati restaurati). In parte con la crescita economica degli ultimi anni in parte con la rigenerazione dei quartieri intrapresa dalla municipalità, molti tra gli edifici otto-novecenteschi dell’area sono stati recuperati.
Il palazzo del governatore genovese di Galata, data la sua valenza storica, è stato affidato ad un ente semi pubblico, che non è riuscito a trovare i fondi per recuperarlo e ora ha deciso di venderlo.
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