Migranti bambino Geo BarentsLa Spezia – Impiegherà non meno di tre giorni di navigazione la nave Geo Barents di Medici Senza Frontiere che torna a La Spezia come “porto sicuro” assegnato dopo il doppio salvataggio di Migranti nel Mediterraneo.
Ancora una volta, su disposizione delle autorità italiane, la nave di salvataggio con a bordo centinaia (350) naufraghi dovrà percorrere un  lungo viaggio prima di poter affidare donne e bambini in condizioni di salute precarie a personale medico ad una assistenza sanitaria ed umanitaria.
Una violazione delle norme internazionali sul diritto dei naufraghi, secondo molti osservatori, poiché le norme prevedono che le persone salvate in mare debbano essere accompagnate nel porto sicuro più vicino, senza prevedere la possibilità che tale porto venga indicato da autorità politiche, amministrative o militari del paese ospitante.

“A bordo del primo barcone c’erano oltre 20 bambini sotto ai 9 anni, donne incinte, bambini e persone di oltre 60 anni di età – ha spiegato Fulvia Conte, coordinatrice dei soccorsi a bordo – Stamattina invece, dopo ore di ricerca, abbiamo soccorso le 36 persone in mare su un barchino che stava navigando da quattro giorni. Tutti erano esausti, anche a causa delle condizioni che hanno vissuto in Libia”.

“Ci è stato assegnato il porto di La Spezia – ha protestato Medici senza Frontiere – a tre giorni di navigazione: nelle condizioni meteo marine in cui ci troviamo questo viaggio aumenta le sofferenze di queste persone, che avrebbero diritto a sbarcare al più presto nel porto più vicino”.

“I porti della Liguria sono a disposizione del Governo – ha commentato il presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti – e come ho già detto in occasione dell’arrivo della Geo Barents alla Spezia a fine gennaio credo che sia giusto dare un po’ di respiro ai porti più oberati dal flusso migratorio nel sud del Paese”.

“È giusto che ognuno faccia la sua parte – ha aggiunto Toti – e bene fa il Governo a dividere il peso e gli sforzi in un Paese che deve essere solidale. Restiamo quindi a disposizione di prefetture e autorità di polizia, a cui spettano tutte le operazioni relative all’accoglienza dei migranti, con la nostra Protezione civile e la nostra sanità ove la prefettura di Spezia ne faccia eventuale richiesta”.

“Spezia saprà dimostrarsi accogliente anche questa volta – ha commentato la deputata del Partito Democratico Valentina Ghio – ma costringere 336 persone, tra cui decine di donne e bambini, a tre giorni di navigazione in più e a ulteriori sofferenze è una scelta illogica e disumana”

“Proprio mentre alla Camera si discute il decreto Cutro – che tra le altre cose, porterà a uno smantellamento del sistema pubblico di accoglienza gestito dagli enti locali, che funziona, per far nascere nuovi grandi centri dove ammassare le persone in gestione di emergenza, togliendo la possibilità per i richiedenti asilo di essere inseriti nel sistema SAI, con un dispendio inutile di risorse pubbliche e un aumento delle spese stimato in 16,7 milioni di euro per il 2023 – il governo, per un illogico sistema di ripartizione dei migranti tra i porti italiani, costringe la Geo Barents, con 336 persone a bordo, tra cui 52 donne e 80 minori, a altri tre giorni di viaggio e ulteriori sofferenze per chi è a bordo, per raggiungere il Porto di Spezia.
La città sicuramente dimostrerà anche questa volta di saper essere accogliente, ma sfugge la logica dietro questa decisione di costringere decine di donne, bambini e uomini, che hanno già affrontato un viaggio su imbarcazioni precarie, che hanno vissuto paura, spaesamento e dolore e hanno rischiato la propria vita a vivere ancora tre giorni in mare in attesa di toccare terra. Sarebbe stato invece molto più logico e umano, anche questa volta, assegnare alla Geo Barents il Porto più vicino, come chiesto da Medici senza frontiere, per offrire un’accoglienza in tempi brevi a chi ha già sofferto abbastanza”, così la deputata ligure del Partito Democratico Valentina Ghio dopo che alla Geo Barents è stato assegnato il porto di Spezia, costringendo le persone a bordo a tre giorni di navigazione in più in condizioni marine meteo avverse.