cantiere edile, operaio, costruzioneLiguria – Nel mese di maggio, in provincia di Genova si prevedono 6.260 assunzioni di durata superiore ad 1 mese o a tempo indeterminato (20.740 per il trimestre maggio-luglio), in lieve calo rispetto al 2022.
Salgono invece a quota 12.510 le entrate programmate nel mercato del lavoro in Liguria, che entro luglio diventeranno 43.740. Lo dice il bollettino mensile del Sistema Informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere in accordo con ANPAL per monitorare i fabbisogni occupazionali delle imprese dell’industria e dei servizi con almeno 1 dipendente.
Al primo posto tra le professioni più ricercate dalle imprese genovesi troviamo 1.430 posti per addetti nelle attività di ristorazione (di cui il 53% difficile da reperire), 470 addetti alle vendite (30%), 430 posti per personale di pulizia (44%), 270 addetti allo spostamento e consegna merci (32%), 230 operai specializzati nella rifinitura delle costruzioni (67%), 190 tecnici dei rapporti con i mercati (54%) e 180 addetti alla segreteria e agli affari generali (26%).
Resta mediamente alta la percentuale di lavoratori difficili da trovare, in 1 caso su 2, principalmente per scarsità di candidati (32%).
Tra le figure più difficili da reperire, le imprese genovesi segnalano, in ordine di difficoltà: insegnanti nella formazione professionale, istruttori, allenatori e atleti (99% difficili su 70 richieste), conduttori macchine movimento terra, sollevamento e maneggio materiali (87%), fonditori, saldatori, lattonieri, calderai e montatori di carpenteria metallica (76%), tecnici delle attività finanziarie e assicurative (76%) e operai specializzati nelle rifiniture delle costruzioni (72%).
Il settore dei servizi, nel complesso, assorbirà il 77% delle entrate previste a Genova così suddivise: 1.790 lavoratori nei servizi alle imprese, 1.510 nel turismo, 840 nei servizi alle persone e 700 nel commercio.
Il 64% delle assunzioni riguarderà imprese con meno di 50 dipendenti. Nel 24% dei casi viene offerto un contratto stabile, ossia a tempo indeterminato o di apprendistato, in aumento di 3 punti percentuali rispetto ad un anno fa, mentre nel 76% un contratto a termine (a tempo determinato o altri contratti con durata predefinita). Il 36% dei nuovi assunti saranno giovani con meno di 30 anni.

Il 21% delle entrate è destinato a dirigenti, specialisti e tecnici (quota superiore alla media nazionale che si ferma al 17%), il 43% a impiegati e professioni commerciali (38% a livello nazionale), il 36% a operai specializzati e a professioni non qualificate (44% la media Italia).

Al 27% dei lavoratori previsti in entrata è richiesta l’istruzione secondaria, al 16% la laurea e al 15% la qualifica o diploma professionale; al 42% non viene richiesto un titolo specifico al di là della scuola dell’obbligo.